Sullo sciopero dei ferrovieri francesi

Scritto dasu 30 Marzo 2018

 

 

 

 

 

 

 

 

I lavoratori e i sindacati francesi hanno indetto un imponente pacchetto di scioperi che sarà distribuito su 36 giorni.

A scatenarlo è stato il provvedimento di riforma delle ferrovie promosso dallo stato francese, che prevede il passaggio di potere e gestione dallo stato alle regioni di alcune linee di secondaria importanza. Provvedimento che comporterà una perdita di tratte, di posti di lavoro e un incremento dei costi, un processo che porta in sostanza al crollo dei servizi.

Lo sciopero è deciso anche per l’unità e la fermezza dei sindacati che contrariamente alla situazione italiana, fanno fronte compatto contro il provvedimento.

In Italia la liberalizzazione delle ferrovie è stata invece avvallata dai sindacata confederali, mentre i sindacati di base sono sempre stati divisi e minoritari durante queste processo. Inoltre se in Francia una volta proclamato lo sciopero sono respinti perfino i servizi minimi, in Italia la legge antisciopero impone regole rigidissime agli scioperanti.

La liberalizzazione delle ferrovie su tutto il territorio europeo pone al centro degli obbiettivi delle aziende di trasporto pubblico il profitto, provocando la chiusura di tratte che magari attraversano zone demograficamente minoritarie, un aumento delle tariffe, il peggioramento delle condizioni lavorative. In sostanza un sistema concentrato sui guadagni e non sul servizio offerto né sulla sicurezza di lavoratori ed utenti.

La diretta con il compagno della Cub Rail:

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