Un incontro a Milano attraversa le lotte ai centri di reclusione, passate presenti e future

Scritto dasu 23 Novembre 2018

Il prossimo 30 novembre il Centro Accoglienza Straordinaria (CAS) per rifugiati e richiedenti asilo di via Corelli, in Milano, sarà chiuso e trasformato in un centro d’espulsione per immigrati “irregolari”.

Con questa decisione il governo di Lega e Cinque Stelle vuole marcare, innanzitutto simbolica-mente, la propria differenza rispetto all’approccio del governo precedente, che del “modello di accoglienza” milanese aveva fatto un suo fiore all’occhiello.

La storia che ha portato nel 2014 alla chiusura degli allora CIE (Centri di Identificazione ed Espulsione) è ora oggetto di una interessata distorsione e rimozione.
Secondo questa operazione, per nulla innocente, di riscrittura della storia i CIE sarebbero stati “superati” grazie alle pressioni esercitate, con impegno equo-solidale e spirito di partecipazione, dalla “società civile”.

Le cose andarono ben diversamente: i CIE furono distrutti (ne rimangono 5 su 13) dall’azione diretta degli uomini e delle donne che vi erano rinchiusi, sostenuti da un certo numero di individui e collettivi che, all’esterno, seppero rispondere a una domanda già “classica” di fronte all’orrore e all’abominio: “Se non ora, quando?”.

E il racconto delle tante storie da dentro e fuori i centri di reclusione vuole essere il punto di partenza dell’incontro Punto di rottura domenica 25 novembre 2018 dalle ore 17.30, presso il CSOA Cox 18 a Milano, per discutere continuare e rilanciare la lotta con ancora maggiore forza.

Con una compagna di Milano andiamo a vedere cosa sta succedendo in Via Corelli, come nasce e quali obiettivi si pone l’incontro di domenica.

 

Punto di rottura

Domenica 25 novembre 2018
dalle ore 17.30, presso il CSOA Cox 18
via Conchetta 18 – Milano

 

 


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