Ancora una barricata per dire «NO!»

Scritto dasu 7 Dicembre 2018

L’8 dicembre dal 2005 è una data storica per la Val di Susa e per la lotta No Tav, inutile ricordare la discesa su Venaus a riprendere il territorio invaso e recitato da truppe di occupazione, ma noi ci teniamo a ricordarla, perché lì si è espresso al meglio lo spirito resistente di questa lotta sacrosanta… e poi sono successi molti eventi e si sono avvicendati molti protagonisti, tante promesse e infiniti tentativi di mistificare la realtà sfruttando la potenza mediatica e i finanziamenti del capitalismo, dei suoi servi, dei partiti… dello stato.

Le hanno inventate tutte e da ultimo, dopo che era stata indetta questa manifestazione dell’Otto Dicembre, si sono persino inventati le “madamìn” della buona borghesia, tipiche espressioni della ferocia sabauda: meschina, gretta, piccina e disinformata, manipolabile e con la tendenza a mistificare. Ma hanno ragione: la lotta No Tav è stata un esempio di resistenza proprio a quella volontà di razziare, monetizzare, distruggere modi di esistere e vivere per adorare il capitalismo e l’intrallazzo che si porta dietro: dovevano farsi assimilare ai precedenti servi, utili idioti in mano al capitale e al potere, per perpetuare il sistema: il Sistema Torino.

Perciò non è il modo corretto di ottenere la fine del progetto quello di affidarsi a delegati infidi, a istituzioni repressive (e quanto lo siano lo dimostra il decreto Salvini), a parlamentari menzogneri; la valle si deve liberare con le forze sane che vogliono evitare il disegno mafioso e la la devastazione insensata di un binario per treni merci vuoti che mettono in collegamento il nulla col nulla.

25 anni, eppure il vento soffia ancora…

Contro lo stato e contro il tav

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