¡Usurpadores!

Scritto dasu 25 Gennaio 2019

La trappola economico-politica ordita ai danni dello stato bolivariano si è esplicitata con l’autoproclamazione in piazza di Juan Guaidó, palesemente in combutta con gli Usa trumpisti; peraltro le scelte economiche di Maduro non sono state improntate alla possibilità di evitare il tracollo finanziario della nazione e la reazione di fronte alle difficoltà, al palese fallimento di uno stato con un milione per cento di inflazione in 9 giorni, sono state solo di soffocamento delle rivolte con l’uso anche di squadracce di paramilitari in motocicletta; è anche vero che dall’altra parte finora si trovava il ceto medio livoroso, perché doveva in qualche modo dividere la ricchezza con le classi meno abbienti, grazie alla politica sociale di Chavez.

Ma ora si direbbe che pure i barrios e il ceto popolare non riescano a sopravvivere e si ribellino anche in seguito a casi di corruzione (comuni a tutta l’esperienza dell’onda progressista del Sudamerica, spazzata via negli ultimi anni). Inoltre gli escualidos hanno trovato una faccia giovane che giura sulla Costituzione bolivariana di Chavez, appartenente a un partito che fa parte dell’Internazionale socialista, il cui leader è ai domiciliari da più di un anno e quindi è meno squallido degli impresentabili fascisti di prima, benché l’endorcement immediato degli Usa sia quanto meno sospetto; dall’altro lato per ragioni economiche (la Cina è esposta per una ventina di miliardi e si approvvigiona di petrolio a basso costo da Pdvsa), o di populismo geopolitico (Russia, anch’essa esposta per 17 miliardi e fornitrice di armi al regime di Maduro), o per contiguità nelle disavventure petrolifere (Iran), per non parlare della Turchia di Erdogan («Fratello, resta in piedi!»), troviamo schierati con il presidente bolivariano le peggiori nazioni autoritarie della nostra epoca, Bashar al-Assad compreso.

Non è nemmeno definibile tecnicamente come golpe, ché in Sudamerica è sempre militare, e invece in questo caso i militari semmai sono schierati ufficialmente per il presidente in carica, che invece ha esautorato nel 2015 il parlamento eletto, perché non lo rappresentava…

Insomma è difficile prendere posizione tra i due contendenti, i due parlamenti, i due presidenti… è un po’ sempre la solita scelta del male minore, che non è poi mai tale. Come abbiamo detto in finale di approfondimento, dopo la interessante sollecitazione di un ascoltatore, noi possiamo schierarci sicuramente con el pueblo de los barrios, siamo dalla parte di chi scende in piazza contro il potere che lo affama e non con chi cerca di sostituirvisi per interessi di multinazionali; intanto per cercare di avviare il dibattito abbiamo sentito Alfredo Luis Somoza per un equilibrato e consapevole commento degli eventi di questi giorni in Venezuela, che poi inevitabilmente si è allargato al resto del Cono Sur.

venezuela

 

Ci è poi pervenuta dalla Spagna una serie di interessanti messaggi da un ascoltatore, coinvolto e informato, che ci sembra particolarmente utile pubblicare, proprio per questo bisogno di confrontarci su quale sia l’esegesi più corretta dei fatti:

 

«Trovo questa analisi molto miope ed elitista. Il popolo venezuelano è affamato dall’impero e non certo dal governo Maduro, che siamo d’accordo che non è Chavez. Ma il popolo venezuelano è molto più maturo e cosciente di come lo dipingete, dopo 20 anni di lotta. Le contraddizioni per carità sono tantissime ma in Venezuela c’è una maggioranza sociale e socialista con 2 coglioni così che lotta contro tutto e contro tutti affamata ma con una dignità e un valore che qui ce li sogniamo

Anch’io ho vissuto in Venezuela e lavorato a Caracas per due anni per ViVe. Televisione pubblica e quindi ovviamente chavista. Prima ho lottato e documentato le lotte degli indigeni e i contadini per la terra. Anarchici ambientalisti che subivano in prima persona le contraddizioni della rivoluzione. Il documentario che racconta tutto ciò lo potete vedere qua:
https://youtu.be/N7JgFK6d1Zc
Non sono un chavista acritico. Però ho visto le missioni di alfabetizzazione alimentazione e sanità con i miei occhi. Ho vissuto sempre nei barrios. Ho lavorato nel carcere minorile facendo programmi con i ragazzi detenuti per la tele che potete vedere qui?:
https://youtu.be/4zxN7obH6Eg

Penso che affermare di non sapere dove schierarsi sia tremendo però e non posso non dirvelo.  Perché nei barrios da due anni a questa parte c’è un fermento enorme e una determinazione e una coscienza che non posso sentir ridotte a un discorso su Maduro. Il chavismo è molto maturo e castigato e ha bisogno di solidarietà

E comunque non sono chavista? l’ho sentito con le mie orecchie dire: «Non tollereremo derive anarchiche nella nostra rivoluzione» al bastardo. Però era un grande! E ha lavorato onestamente per gli ultimi. Anche un antiautorista deve rendergliene conto. Poi i risultati sono questi perché noi sappiamo perché… ma c’è ancora mooolto margine di ripresa e necessità di appoggiare il popolo venezuelano è quasi l’ultimo baluardo socialista del latinoamerica».

 

Insomma, non è poi un giudizio così distante da quello offertoci da Alfredo Luis Somoza, no?


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