Liberalizzazioni degli orari nei centri commerciali: testimonianze dal Veneto

Scritto dasu 21 Febbraio 2019

Una delle tante promesse, per ora disattese, del governo gialloverde è quella relativa alla regolamentazione degli orari del commercio. Approvato nell’atmosfera da si-salvi-chi-può di fine 2011, il decreto Monti ha determinato una liberalizzazione completa degli orari e la generalizzazione del lavoro domenicale, soprattuto nella grande distribuzione. Le due forze oggi al governo avevano in programma una la limitazione delle aperture a 8 domeniche l’anno, altra a 12 domeniche. La proposta di legge discussa in commissione invece prevede 30 domenica di apertura con notevoli eccezione per non meglio precisate zone turistiche. Soprattutto, la proposta ha subito un ennesimo retrofront, invece di passare alla camera è tornata alle consultazioni con gli operatori del settore, tra cui proprio quelli della grande distribuzione che vorrebbero avere le mani libere. Tutta la questione è affrontata soltanto in termini di numeri e di crescita, dietro i quali si nascondono interessi di parte, quelli di chi si arricchisce sul tempo di vita degli altri. Davanti alla palese latitanza dei sindacati si sono formati dal basso alcuni gruppi FB che hanno dato voce a chi subisce le conseguenze delle liberalizzazioni selvagge.

Abbiamo raggiunta Valeria, commessa di un grande centro commerciale e partecipante a uno di questi gruppi, “Domenica no, grazie”


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