Anche in Turchia i migranti alimentano propaganda razzista

Scritto dasu 1 Agosto 2019

La prefettura di Istanbul annuncia più di 12mila deportazioni di immigrati in province dotate di centri di identificazione ed espulsione. In particolare per i siriani si tratta di una storia di sfruttamento e di iperesposizione mediatica. Ma anche di pogrom e aggressioni e devastazione di negozi; uno dei fulcri della propaganda e del dibattito politico dall’inizio della guerra siriana, che ha prodotto 400mila sfollati solo a Istanbul, in certe zone del Sudest la popolazione siriana può raggiungere il 25% degli abitanti. Ovvio lo sfruttamento e la concorrenza, i ricatti per cittadinanza e lavoro: la precarietà e la produzione di fake news sui migranti siriani, che il governo ha utilizzato come strumento politico durante l’invasione del Rojava, salvo poi scaricare su di loro il motivo della sconfitta elettorale e perciò si capovolge la narrazione. Malcontento e manipolazione, fin dagli accordi con l’Europa in cambio di denaro, sospesi unilateralmente dalla Turchia come ripicca, in relazione alla trivellazione in acque cipriote, sanzionate dall’Europa.

Ma non solo i giacimenti di petrolio sono oggetto di scandalo: l’Oca dalle uova d’oro è una montagna , il Kazdaglan devastata per la ricerca dell’oro e svenduta alla azienda canadese Alamos Gold, che ha sradicato quasi 200mila alberi, vantandosi di aver fatto un ottimo affare a seguito della svalutazione della lira che ha fatto aumentare a dismisura i profitti della ditta mineraria americana, chiamata ad avvalersi solo di maestranze turche pagate in moneta svalutata, un affare colossale solo per i canadesi: cioè si prosegue con la politica di saccheggio del territorio e con la sua svendita per fare cassa. Di nuovo con l’ausilio di organi di informazione all’80% prezzolati si diffondono notizie false, che diventano realtà. Esattamente come in Italia.

Il problema è l’economia ormai alla canna del gas, gli enormi debiti, la svalutazione della lira, l’evidenza della corruzione che l’inizio della gestione delle nuove amministrazioni fa sì che emerga il sistema di potere fondato su corruzione e grandi opere prive di copertura, clientele e irregolarità amministrative, come dimostra l’ospedale di Bursa appena inaugurato, costato 400 milioni di dollari e che alle prime piogge ha cominciato a fare acqua da tutte le parti. Sono stati scoperchiati bandi taroccati, ma soprattutto quelli nuovi finisconon con lo spuntare prezzi dieci volte inferiori rispetto a quelli imposti dal sistema Erdogan.

L’analisi di Murat Cinar, nostro interlocutore abituale su temi anatolici sono illuminanti:

Pogrom di migranti siriani – miniera d’oro – amministrazioni indebitate


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