Hong Kong e Coronavirus – A evolversi è la protesta

Scritto dasu 20 Febbraio 2020

A un anno dall’inizio delle proteste di Hong Kong, nate per contrastare il progetto di legge sull’estradizione, è abbastanza plausibile ipotizzare che il governo cinese e il suo burattino a HK, la governatrice Carrie Lam, avessero sperato almeno per un momento, che l’epidemia di coronavirus potesse calmare le acque dell’isola.

 

Le carte giocate non si sono rilevate all’altezza della situazione. Al contrario una serie di scelte sbagliate hanno invece inasprito ulteriormente le posizioni anticinesi della popolazione, mostrando da un lato ancora una volta la sudditanza della governatrice, l’autismo rispetto alle richieste portate avanti dai cittadini di Hong Kong, e dall’altra l’impreparazione delle istituzioni davanti a una crisi sanitaria che, alla luce di quanto accaduto proprio ad Hong Kong nel 2003, avrebbe potuto essere quantomeno gestita in maniera più oculata.

Invece ancora una volta sono sono stati i manifestanti a mostrare una maggiore capacità organizzativa. Alla mancanza di approvigionamenti nei supermercati di beni essenziali, si è risposto con nuove forme di coordinamento  e l’instaurazione di una sorta di economia paralla. I sindacati, praticamente inesistenti fino all’inizio delle proteste, hanno raggiunto numeri di adesioni neanche lontanamente immaginabili fino all’anno scorso  e non sorprende quindi che la participazione agli scioperi del personale sanitario contro le condizioni lavorative in cui si trova a far fronte all’emergenza coronavirus sia stata pressoché totale. Altre scelte del governo, ritenute inaccetabili, vengono contrastate direttamente come nel caso dell’apertura di una struttura predisposta per la quarantena in quartieri residenziali e vicina a impianti scolastici, il cui cantiere è stato attaccato e distrutto a colpi di molotov.

Sebbene quindi nelle scorse ore a Hong Kong si sia registrato il secondo decesso a causa del coronavirus, le proteste risultano tuttora immuni all’epidemia globale.

Da Hong Kong Anna Maria Sala, esperta sinologa e corrispondente per diverse testate giornalistiche internazionali.

 


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