Trento. Marcia No Tav

Scritto dasu 19 Gennaio 2021

Dopo cinque anni di inattività sono ripresi nel mese di novembre i sondaggi preliminari per la nuova linea ad Alta Velocità/Alta Capacità in Trentino.
La circonvallazione ferroviaria di Trento, con i suoi 12 chilometri di galleria, fa parte di uno dei lotti funzionali per la realizzazione della linea ad alta velocità del Brennero.

Domenica 17 gennaio si è svolta una camminata No Tav tra neve e boschi. Dieci km di percorso tra la piazza di Mattarello e la zona nord di Trento, l’intera area interessata dai futuri lavori, che inciderebbero pesantemente sull’assetto idrogeologico di un territorio fragile come quello del versante occidentale della Marzola, montagna che nasconde una storia geologica piuttosto turbolenta.

A fine novembre i No Tav hanno scoperto e contrastato una trivella nell’area cintata e militarizzata del Casteller.
Ne abbiamo parlato qui: https://radioblackout.org/2020/11/trento-riparte-la-lotta-no-tav/

A Trento, il sindaco Ianeselli si abbandona alla retorica della “politica verde” e della “transizione ecologica” ma nomina nuovo assessore ai trasporti e alla mobilità sostenibile Ezio Facchin, ex amministratore delegato della Società Tunnel di Base del Brennero, ex Commissario governativo per il Corridoio del Brennero, insomma l’uomo del TAV per eccellenza.
Facchin si dimise dalle sue cariche nel 2018, in segno di esplicita protesta contro la stagnazione del progetto Tav.
La sua nomina viene oggi spacciata come meramente “tecnica”, per evitare ogni dibattito pubblico, ma ha un sapore esplicitamente politico.
Le argomentazioni della “sinistra” Si Tav fanno perno sul mito del trasferimento modale dalla gomma al ferro. Un mito falso, perché, per ottenere una riduzione della pressione sul tunnel autostradale del Brennero, basterebbe una diversa politica dei pedaggi autostradali. Al di là della propaganda continuano a incentivare il trasporto su gomma e, contemporaneamente, a puntare sull’alta velocità ferroviaria, un comodo sistema di drenaggio di risorse pubbliche per favorire i privatissimi interessi degli amici della lobby del cemento e del tondino .

Notevole il fatto che il contesto in cui si inserisce questa accelerazione, in tutto simile a quella valsusina, è quello di una pandemia devastante, di cui è arduo prevedere un’attenuazione.
Nonostante sia evidente che il saccheggio della natura provochi disastri, la corsa verso cemento e velocità nello scambio delle merci non ha sosta. Anzi!
Scrivono i No Tav trentini:
“Mentre la Sanità è al collasso a causa di trent’anni di tagli e di privatizzazioni, e migliaia di persone faticano ad arrivare a fine mese, si investono miliardi di euro in opere inutili e devastanti come il TAV.
Mentre ci hanno raccontato per mesi che l’emergenza da Covid avrebbe dovuto cambiare il nostro approccio agli altri, alla società, all’ambiente, Confindustria e politica istituzionale procedono sulla stessa strada disastrosa, ma a velocità raddoppiata.
Mentre ci viene imposto il coprifuoco in nome della salute, Provincia e Comune di Trento mandano di nascosto trivelle e un ingente schieramento di forze di polizia al Casteller per eseguire sondaggi funzionali al TAV. (…)
Di fronte a tanta sfacciata arroganza, è importante vincere la paura e dimostrare che i No Tav ci sono, e che hanno ancora più ragioni che in passato.”

Ce ne ha parlato Errico, No Tav trentino.

Ascolta la diretta:

 


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