Lugano. Sgomberato e demolito il Molino

Scritto dasu 1 Giugno 2021

C’era aria di sgombero da mesi. Sabato un grosso corteo ha attraversato il capoluogo ticinese. Al termine, per denunciare le riqualificazioni escludenti del governo, è stata fatta una Taz in uno stabile vuoto di proprietà privata, l’ex istituto Vanoni di via Simen, che presto verrà demolito. La sera stessa la polizia ha sgomberato sia l’ex Vanoni sia l’ex Macello, sede del Molino dal 2002.
L’ala non protetta dai beni culturali, dove si trovavano le abitazioni e la sala comune, è stata demolita nella notte. L’amministrazione comunale sostiene di essere stata forzata ad intervenire, dopo la realizzazione della Taz, ma è sin troppo palese che decisione era già stata presa, perché altrimenti sarebbe stato impossibile avere già pronte ruspe ed operai.
Oggi apprendiamo dai quotidiani che la procura ha aperto un’inchiesta, perché la demolizione avrebbe violato le norme vigenti.
Ieri sera un compagno del Molino, con il quale avevamo in programma una diretta, è stato fermato dalla polizia al termine di un corteo di protesta contro lo sgombero e la demolizione.
Sempre oggi pare che il governo cittadino, passato di recente in mano alla destra, dopo la decisione di forzare la mano con lo sgombero e la distruzione di un’ala importante del Molino, avrebbe deciso di assegnare agli ex occupanti un edificio dismesso in estrema periferia.

Chi ha frequentato il Molino, unico centro sociale autogestito della Svizzera italiana che ha avuto tre sedi dal 1996 ad oggi, sa che ha sempre offerto, in un quarto di secolo, molte attività culturali, musicali, di solidarietà alle lotte locali o internazionali, quelle “dal basso e a sinistra”, prendendo in prestito le loro parole. Offriva tanto tra cui una biblioteca e libreria, una sala conferenze/cinema, una mensa popolare, un bar, una sala prove e una grande e bella sala concerti. Il Molino ha dato ospitalità a molte esperienze e collettivi, è stato sempre in prima linea nell’organizzare trasferte contro i G8, i WEF e tutto quello che ci unisce contro il dominio e lo sfruttamento.

Ne abbiamo parlato con Peter Schrembs, un compagno luganese

Ascolta la diretta:


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