CATANIA: I DISASTRI AMBIENTALI NON SONO UN FLAGELLO DI DIO

Scritto dasu 28 Ottobre 2021

In questi giorni la Sicilia e in particolare il catanese sta venendo investita da fortissime piogge che si trasformano in alluvioni devastanti per un territorio già di per sé vulnerabile e lasciato nell’incuria.

Si parla di medicane, ossia un ciclone tropicale del Mediterraneo che sta creando un gigantesco vortice capace di portare venti di oltre 120 km orari e anche più di 500 millimetri di pioggia sulle coste dell’isola. Questo vortice si sta creando in mare aperto tra Sicilia e Malta e ricorda lo stesso fenomeno che vide qualche tempo fa la Grecia investita da un disastro inedito. Pochissimo viene detto dai giornali, la notizia viene riportata allo stesso livello dei trafiletti di cronaca emergenziale mentre un’intera isola e la vicina Calabria potranno a partire da domani vedere un peggioramento importante delle proprie condizioni. Anzi, l’unica tendenza apparente è che la soluzione del disastro annunciato verrà delegata alla prossima Conferenza sul Clima che si terrà a Glasgow il 26 novembre, come se intanto si potesse attendere.

Dalle parole di chi sta vivendo in queste ore ciò che sta accadendo emergono alcuni punti chiari: da un lato, la responsabilità delle amministrazioni che per anni, nonostante gli incendi boschivi della più recente estate, nonostante le eruzioni del vulcano, nonostante le alluvioni passate, continuano a non occuparsi della messa in sicurezza dei territori e dall’altro, la violenza con cui chi abita quei territori deve fare i conti, dopo due anni di pandemia, di chiusure, di impossibilità di accedere a una sanità efficiente e garantita a tutti e tutte, rischiando di annegare in fiumi di fango e spazzatura.


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