Progetto Tonite/3. “Innovazione sociale”, San Paolo e Michele Denegri

Scritto dasu 26 Dicembre 2021

Continuiamo gli approfondimenti dedicati a TOnite e ai progetti che hanno vinto i soldi da esso banditi per migliorare la “percezione di sicurezza sulle sponde della Dora”.

Questo lunedì vi abbiamo parlato della “Festa della luce“, un evento organizzato da Scandagli per il progetto Tonite esattamente una settimana prima, il 13 dicembre. Hanno partecipato le scuole di via Cecchi, la scuola primaria Aurora e la scuola secondaria Morelli.

Scandagli esiste da prima di TOnite, esattamente dal giugno 2018, quando si parlava di revisione al piano regolatore. Allora, dialogava con SocialFare, che si presenta così nel suo sito internet:”Siamo Innovatori Sociali: designer, analisti, esperti di business, esperti di prodotto, servizi e modelli. Applichiamo il design sistemico e il design thinking come metodologie di sviluppo e lavoriamo con le comunità per accelerare conoscenza e imprenditorialità a impatto sociale”.

Ora che i piani di revisione del piano regolatore sono naufragati, Scandagli va nelle scuole di Aurora a distribuire foglietti col logo di TOnite, chiedendo quali sono i desideri dei bambini sul quartiere. E chi figura tra i partner di TOnite, insieme ad altra bella gente come Fondazione Wireless, Experientia, Engineering, Foro Europeo per la Sicurezza Urbana(EFUS)? Social Fare! Che nel frattempo, per l’esattezza nel 2019, è stata acquisita da Compagnia di San Paolo e dalla Fondazione Denegri Social Venture. Se tutti conosciamo la Compagnia di San Paolo, Fondazione bancaria del gruppo Intesa San Paolo, forse non tutti conoscono la Fondazione Denegri. Ebbene, Denegri è il patron di Combo Hostel, l’ostello di lusso sbarcato in città a gennaio 2020, proprio a Porta Palazzo, che occupa il grande edificio di Corso Regina, ex caserma dei Vigili del Fuoco e l’abitazione a fianco, che prima dell’arrivo di Denegri era abitato dal primo piano in su, e al piano terra ospitava piccole attività commerciali.

Nei giorni precedenti gli allievi hanno scritto su foglietti con il logo del progetto i desideri sul quartiere. “Per il mio quartiere vorrei…”, affermava la scritta già stampata. Ne abbiamo raccolto qualcuno, che riportiamo in ordine sparso e senza pretese di esaustività: “Che tutte le case vuote venissero riempite e non sfollate”, “Più natura”, “Più parcheggio”, “che ci fosse più luce di notte. Vorrei che non ci fossero mascherine per terra, che ci fosse più felicità”, “aperto a tutti”, “Niente”, “Noi vogliamo tutto”, “Più tranquillità, meno delinquenza, più sicurezza e deve ritornare il balon, niente traffico”, “Più polizia, più ordine”, “Meno moschee”, “Più fiori”, spesso i biglietti chiedono più parchi e una piscina, “è già bello così”, “più fontane”, “il parcheggio decoro urbano”, “Vogliamo che torna il Balon sabato“, “più doposcuola per i bimbi”, “meno spaccio”, “Piscina grande la tunisia”, “giochi”, “che ci fosse una gelateria, un giardino, un campo di calcio, e vorrei anche che il mio amico venisse in questa scuola“, “più polizia e pulizia”, “più pulizia, più mezzi pubblici”, “vorrei più verde e meno inquinamento”. Vogliamo affidare questi desideri a degli autoproclamatisi “designer, analisti, esperti di business, esperti di prodotto” al servizio di Denegri e di San Paolo?

 


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