Antimilitaristi contro i mercanti d’armi

Scritto dasu 21 Novembre 2023

Una scommessa vinta. Un grande corteo antimilitarista ha attraversato le strade di Torino, rompendo la cortina fumogena che avvolge l’industria bellica ed il mercato delle armi aerospaziali nella nostra città.
Dal 28 al 20 novembre si terrà all’Oval di Torino l’aerospace and defence meetings, una convention riservata agli addetti ai lavori: fabbriche del settore, governi e organizzazioni internazionali, esponenti delle forze armate, compagnie di contractor.
Nell’alveare di uffici che verrà allestito si sottoscriveranno accordi commerciali per le armi che distruggono intere città, massacrano civili, avvelenano terre e fiumi.
C’è chi dice no, c’è chi si mette di mezzo.
Quella di sabato 18 novembre è stata un’importante giornata di lotta al militarismo e alla guerra.
Alla manifestazione, indetta dall’Assemblea antimilitarista, hanno partecipato il “Coordinamento torinese contro la guerra e chi la arma” e delegazioni dalle tante lotte contro basi militari, poligoni di tiro, caserme, fabbriche di morte. C’erano coordinamenti e assemblee territoriali di Livorno, Pisa, Carrara, Reggio Emilia, Palermo, Trieste, Pordenone, Milano, Roma, Ragusa.
Il corteo è partito da Porta Palazzo, il cuore popolare della città, preceduto dalla Murga e dalla Banda degli ottoni con azioni performanti che hanno catalizzato l’attenzione delle tante persone che il sabato pomeriggio attraversano Porta Palazzo.
La manifestazione si è poi diretta in centro per concludersi in piazza Vittorio.
Lungo tutto il percorso ci sono stati interventi delle realtà antimilitariste che hanno partecipato al corteo.
L’industria aerospaziale produce cacciabombardieri, missili balistici, sistemi di controllo satellitare, elicotteri da combattimento, droni armati per azioni a distanza.
All’Aerospace and defence meetings si giocano partite mortali per milioni di persone in ogni dove: le armi italiane, in prima fila il colosso pubblico Leonardo, sono presenti su tutti i teatri di guerra.
Negli stessi giorni verrà posta la prima pietra della città dell’aerospazio, nuovo polo bellico promosso da Leonardo e Politecnico di Torino.
Torino si candida a divenire uno dei principali centri dell’industria bellica del nostro paese.
C’è chi dice no, c’è chi si mette di mezzo.
Quella di sabato 18 novembre è stata un’importante giornata di lotta al militarismo e alla guerra.
Alla manifestazione, indetta dall’Assemblea antimilitarista, hanno partecipato il “Coordinamento torinese contro la guerra e chi la arma” e delegazioni dalle tante lotte contro basi militari, poligoni di tiro, caserme, fabbriche di morte. C’erano coordinamenti e assemblee territoriali di Livorno, Pisa, Carrara, Reggio Emilia, Palermo, Trieste, Pordenone, Milano, Roma, Ragusa.
Il corteo è partito da Porta Palazzo, il cuore popolare della città, preceduto dalla Murga e dalla Banda degli ottoni a scoppio con azioni performanti che hanno catalizzato l’attenzione delle tante persone che il sabato pomeriggio attraversano Porta Palazzo.
La manifestazione si è poi diretta in centro per concludersi in piazza Vittorio.
Lungo tutto il percorso ci sono stati interventi delle realtà antimilitariste che hanno partecipato al corteo.
Tantissimi i temi affrontati. A porta Palazzo gli interventi si sono centrati sulla guerra ai migranti nel Mediterraneo e sui valichi alpini, sulla militarizzazione dei CPR e sulla costruzione di campi di concentramento in Albania, oltre ad un focus sul tema della decolonialità, come strumento cardine per smontare ogni retorica nazionalista in un contesto di solidarietà internazionalista tra gli oppressi e gli sfruttati.
Si sono poi susseguiti interventi contro la militarizzazione delle scuole e la collaborazione tra il Politecnico di Torino e Leonardo, contro l’economia di guerra e le spese militari, contro il Muos e la base di Sigonella, contro la nuova base dei carabinieri a Pisa e i poligoni di tiro in Friuli, contro il mercato delle armi e l’industria bellica, contro le missioni militari all’estero e la militarizzazione delle nostre città.
La Torino antimilitarista ha dato un segnale forte e chiaro: opporsi ad un futuro per la città legato alla ricerca, produzione e commercio bellici è un modo concreto per opporsi alla guerra e a chi la a(r)ma.
Le armi che uccidono uomini, donne e bambini in ogni dove, sono prodotte a due passi dalle nostre case.
Gettare sabbia negli ingranaggi del militarismo è possibile. Dipende da ciascuno di noi.
Le lotte antimilitariste hanno spesso rallentato l’estendersi della macchina bellica, inceppandone le articolazioni sui nostri territori.
Ma non basta. Dall’Ucraina al Medio Oriente sono in atto conflitti violentissimi, che potrebbero deflagrare ben oltre gli ambiti regionali coinvolti.
Lottare contro la guerra e al militarismo è un’esigenza imprescindibile.
Un futuro senza guerre si costruisce distruggendo un ordine sociale e politico basato sullo sfruttamento ed il dominio.
Contro tutti gli eserciti per un mondo senza frontiere!

Prossimo appuntamento nel giorno di apertura della fiera delle armi.
Martedì 28 novembre
ore 12
Presidio all’Oval in via Matté Trucco 70

Ne abbiamo parlato con Dario dell’Assemblea Antimilitarista

Ascolta la diretta:

 

 


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