Dal Poli occupato: di non neutralità della scienza e violenza algoritmica

Scritto dasu 23 Maggio 2024

Che l’ambito dell’istruzione e della ricerca sia un terreno importante su cui si sta giocando la partita della mobilitazione bellica generale, ma anche il suo possibile incepparsi, è evidente, e anche qui a Torino ne abbiamo parlato in alcuni incontri relativi alla scuola e all’università.

Gli aspetti più espliciti della questione riguardano la produzione materiale e culturale della guerra guerreggiata e di modelli gerarchici in una delle istituzioni totali per eccellenza di cui lo Stato dispone. Il lato meno esplicito è che le innovazioni e sperimentazioni scientifiche in ambito cd. “civile”, oltre a far parte dei processi di spin-in in ambito militare, hanno ricadute dirette sulla possibilità e sulle forme di vita nei luoghi in cui viviamo – dalla mobilità green, all’abitare smart, alla videosorveglianza, alla giustizia predittiva, per fare alcuni esempi – il fronte interno della guerra. Il lato sotterraneo è che l’aspetto tecnico della mobilitazione totale a cui in Europa siamo sottoposti si basa su un principio più profondo, che ha a che fare, basti pensare alla fede nelle nuove tecnologie, con aspetti cultuali. Non bastano dunque le analisi economiche, anche penetranti, che toccano solo aspetti inessenziali del fenomeno.

Live dal Politecnico di Torino occupato, una diretta con due studentx sul nesso Università-guerra, mentre dall’altro lato di Corso Duca si svolgono i “Career Days”, uno dei tanti esempi di connivenza tra apparato scientifico, industriale e bellico. Durante la chiacchierata qualche spunto sulla non-neutralità della scienza: sotto alla patina della scientificità si nasconde spesso un terrorismo culturale diretto ad imporre scelte di dominio e progetti di sfruttamento. Il pensiero corre all’epoca pandemica, in cui il campo di contesa della scienza e della verità è emerso in tutta la sua forza con l’affermarsi del paradigma epistemico del “complottismo” utilizzato per screditare ogni opposizione all’esistente, ogni dubbio, ogni comportamento deviante come frutto di una teoria delirante:

 

Una seconda diretta con due studentx di Fisica occupata in visita al Poli, con qualche riflessione sulla violenza algoritmica, che non si pone sul piano dei cd. “bias” che andrebbero corretti, bensì come un attacco diretto all’umano, come ciò che sta accadendo a Gaza, primo genocidio automatizzato della storia, dimostra:

 


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