Da Gaza al Libano, Israele moltiplica le sue vendette contro i civili

Scritto dasu 1 Novembre 2024

Da diversi giorni ormai il Nord della Striscia di Gaza è stretto d’assedio dall’esercito israeliano, che tenta per l’ennesima volta di piegare una resistenza Palestinese che combatte ancora duramente dopo oltre un anno di bombardamenti. Il primo obiettivo di Tsahal sembrano essere i civili, con la prosecuzione di quella che si configura come una vera e propria guerra di sterminio nei confronti dei palestinesi del Nord della Striscia: ai massacri fa seguito la proibizione, da parte israeliana, dell’UNRWA, l’agenzia dell’ONU responsabile della quasi totalità degli aiuti alla popolazione palestinese che sin dal 7 ottobre è stata denigrata ed osteggiata da Israele a livello internazionale. Vincolandola ad Hamas e alla resistenza ed arrivando, adesso, a metterne fuorilegge l’attività in Israele, la leadership dello Stato ebraico vuole evitare di rendere conto di fronte a osservatori terzi degli orrori commessi a Gaza ed allo stesso tempo affamare attivamente la popolazione palestinese, chiudendo gli unici rubinetti da cui, seppure con il contagocce, arrivavano ancora viveri e beni di prima necessità.

Più ostico è invece il fronte libanese, dove l’esercito israeliano sta subendo dure perdite e rischia di impantanarsi di fronte alla resistenza agguerrita di Hezbollah, pur duramente colpita dagli attacchi israeliani di settembre che ne hanno decapitato la leadership. Su entrambi i fronti, la leadership israeliana dimostra di non avere nessun tipo di piano che non sia l’allargamento del conflitto, costi quel che costi. A pochi giorni dal voto, il dipartimento degli Esteri americano ha probabilmente poco interesse ad affrontare una nuova fase presidenziale con l’alleato israeliano impegnato su molteplici fronti e senza una concreta via di sbocco che non sia continuare a bombardare; è per questo che la diplomazia americana sta freneticamente tentando di concludere un cessate-il-fuoco che riguardi il fronte libanese e, attraverso il Qatar e l’Egitto, ha proposto una breve tregua con scambio di prigionieri tra Hamas e Israele a Gaza. Entrambe le proposte sono state tuttavia respinte, poiché in Libano Israele vuole continuare a sfruttare ciò che percepisce come un vantaggio tattico nella battaglia contro Hezbollah mentre Hamas, a Gaza, ritiene insufficiente una semplice pausa nei combattimenti, continuando a pretendere il ritiro totale israeliano dalla Striscia.

Della situazione attuale e di possibili scenari futuri abbiamo parlato in un lungo aggiornamento con Eliana Riva, giornalista di pagine Esteri.

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