Salari a picco, precarietà, guerra ai poveri e referendum

Scritto dasu 27 Maggio 2025

I salari reali in Italia sono inferiori di 8,7 punti rispetto a quelli del 2008.
L’Italia si distingue per una dinamica salariale negativa nel lungo periodo con salari reali inferiori a quelli del 2008. La crescita dei salari reali che si è determinata nel 2024 non è stata sufficiente a compensare le perdite salariali subite durante il periodo di alta inflazione.
È il risultato peggiore dei Paesi del G20.
Questi dati dell’llo fotografano relazioni sociali in cui il padronato ottiene un sempre maggiore profitto dalle vite di chi per lavoro è obbligato alla schiavitù salariata.
Se a questo si aggiunge la precarietà strutturale, il peggioramento generale delle condizioni di lavoro e la secca diminuzione quella forma di salario differito rappresentato dai servizi sociali emerge un quadro in cui i padroni continuano a vincere lo scontro di classe. Uno scontro che vede governo e padronato puntare le proprie carte sulla guerra tra poveri, cercando di dividere autoctoni, titolari di alcuni esili diritti e lavoratori e lavoratrici immigrat, costantemente sotto ricatto.
In questo contesto si inseriscono i 5 referendum promossi dalla CGIL. Referendum che, per il meccanismi che li caratterizzano, rischiano di essere un’arma spuntata, se non addirittura un boomerang. Non ci interessa tanto la questione della partecipazione al sondaggio elettorale, quanto cogliere le dinamiche sottese ad uno strumento che può essere facilmente invalidato o svuotato come accaduto spesso in passato.
Ne abbiamo parlato con Francesco Fricche

Ascolta la diretta:


Radio Blackout 105.25

One station against the nation

Current track
TITLE
ARTIST