TRA RDC E RUANDA UN COMPROMESSO INSUFFICIENTE SPONSORIZZATO DALL’AMMINISTRAZIONE TRUMP.
Scritto dainfosu 5 Maggio 2025
Il 2 maggio a Washington è stato firmato, con la mediazione Usa, un accordo preliminare tra Ruanda e Repubblica Democratica del Congo in vista di un accordo di pace vero e proprio da sottoscrive entro 60 giorni alla Casa Bianca. Il cuore dell’intero pacchetto però sono i negoziati bilaterali paralleli per l’accesso privilegiato degli Usa alle miniere del Kivu. Tuttavia, la “pax americana” voluta da Washington – che prevede garanzie di sicurezza in cambio dell’accesso ai minerali strategici – non convince. «La pace è l’unico orizzonte possibile, ma esistono diverse vie per raggiungerla», scrivono in una lettera aperta 43 intellettuali ed esponenti della società civile, tra i quali il Premio Nobel per la pace Denis Mukwege. Un compromesso insufficiente di fronte a un conflitto profondamente radicato, internazionalizzato, segnato da crimini gravi, milioni di vittime e una delle peggiori crisi umanitarie al mondo,emerge inoltre l’assenza quasi totale del protagonismo africano nel processo. Né il processo di Luanda né quello di Nairobi sono riusciti a imporsi, segno delle difficoltà dell’Africa nel risolvere autonomamente i propri conflitti , a dimostrazione della sovradeterminazione degli interessi americani rispetto alle soluzioni proposte dagli africani. I problemi di fondo non vengono affrontati con un approccio multidimensionale, qualsiasi soluzione minima appare precaria e di breve durata. Le questioni che vengono evitate sono: la fine dell’interventismo militare degli stati confinanti, la fine dell’economia rentier e della predazione a vantaggio di un’élite corrotta e delle multinazionali, la ricostruzione dello stato, la riforma del settore della sicurezza, la fine del regno dell’impunità, la considerazione delle legittime richieste della popolazione congolese .
Le rivendicazioni della popolazione congolese travolta da una guerra trentennale che ha fatto milioni di vittime sono ignorate e vengono espresse dalla società civile che si organizza nonostante la guerra e la repressione congiunta delle milizie e del governo di Kinshasa.
Ne parliamo con Marinella Correggia giornalista ,scrittrice e attivista.