SIRIA: la questione drusa al centro dell’agenda espansionistica Israeliana

Scritto dasu 18 Luglio 2025

A seguito della dichiarazione di cessate il fuoco tra l’esercito dell’autoproclamata autorità siriana e i gruppi armati locali a maggioranza drusa di giovedì 17 luglio, già dalla stessa sera sono ricominciati gli scontri nella città di Sweida: l’esercito, ci riporta Marco Magnano in diretta da Damasco, si sta schierando nuovamente verso la città.

La miccia dell’escaltation è esplosa il 13 luglio con combattimenti a Sweida, nel sud della Siria, tra gruppi armati di matrice drusa e una coalizione di gruppi tribali sunniti. Il governo siriano, guidato dall’autoproclamato presidente Al Sahara, ha schierato l’esercito. L’intento dichiarato è stato quello di ristabilire l’ordine, ma sono presto arrivate le accuse di essersi schierato contro i Drusi da parte dell’osservatorio siriano per i diritti umani. Alla data di giovedì si contavano più di 350 morti. E’ seguito l’ingresso di Israele, con 150 raid aerei che sono andati a colpire  più di 27 obiettivi, fino a Daraa e l’area di Damasco, incluso il Palazzo presidenziale, a sua detta in difesa della minoranza drusa.

Sullo sfondo di lotte tra Beduini Sunniti e Drusi in Siria vediamo quindi delinearsi due attori centrali nel conflitto: Israele e Stati Uniti. In questa equazione rientrano gli incontri recenti a Baku tra Siria e Israele, un ulteriore tassello a dimostrazione dell’intenzione israeliana di strumentalizzare la questione drusa per normalizzare i suoi rapporti di forza e la sua agenda politica nella regione, spalleggiata dall’alleato a stelle e strisce.

Il territorio della Siria, un laboratorio di spartizioni, per dirla con le parole di Lorenzo Trombetta, è al centro di interessi strategici: il corridoio iracheno, le alture del Golan – già annesse unilateralmente da Israele-, il monte Hermon sono tutte località che rappresentano accesso ai nemici della regione (Iran e Libano)  e alle risorse idriche.

Mantenere le componenti etiniche che abitano la Siria divise e in conflitto è quindi una strategia necessaria per avere il controllo della regione, mettendo in bilico anche un altro importante cessate il fuoco siglato di recente nella regione: quello tra le forze autonome della Siria del Nord-Est e la Turchia.

Ne parliamo con Marco Magnano, giornalista radiofonico di sede a Damasco:


Radio Blackout 105.25

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