Turchia. Satira, Pride e opposizione nel mirino

Scritto dasu 4 Luglio 2025

La repressione colpisce sempre più duramente in Turchia.
La presenza di riviste satiriche a fumetti è una consolidata tradizione. LeMan è un periodico ad ampia diffusione popolare, non certo un giornaletto di nicchia, ma è finito comunque nel mirino della magistratura che ha disposto l’arresto di due redattori, del direttore responsabile e del vignettista e il sequestro del giornale. Come se non bastasse alla notizia degli arresti la redazione e un locale dove veniva diffuso LeMan sono stati presi d’assalto da gruppi di islamisti. Il tutto per un’innocua vignetta in cui, da un paesaggio di bombardamenti e distruzione di levano verso il cielo due uomini alati che si stringono la mano e si scambiano il saluto di pace tipico di ebrei e musulmani. Il primo di chiama Mohamed, il secondo Musa, ossia Mosé. Un musulmano e un ebreo morti sotto le bombe.
L’identificazione del primo con il profeta dell’Islam, peraltro negata dalla redazione del giornale, ha portato agli arresti e agli assalti. L’Islam è una religione iconoclasta e quindi le rappresentazioni di dio e del suo profeta sono considerate blasfeme.
Un palese attacco alla libertà di espressione, esplicitamente rivendicato dal governo.
Nel mirino della magistratura, ormai asservita al governo, anche il Pride, vietato anche quest’anno, e il principale partito di opposizione, il CHP.
A Smirne, al terza città del paese sono state arrestate oltre 150 persone tra cui l’ex sindaco e numerosi altri esponenti di primo piano del partito, in un’operazione del tutto simile a quella effettuata contro il primo cittadino di Istanbul e principale antagonista di Erdogan.

Ne abbiamo parlato con Murat Cinar

Ascolta la diretta:


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