Tortura sì, ma non troppo

Scritto dasu 5 Maggio 2014

abusi 1Nel 1987 l’Italia fu invitata a ratificare la convenzione sulla tortura da parte dell’Unione Europea. Quasi trent’anni dopo tale “invito”, arriva in Senato una legge che dovrebbe colmare un vuoto legislativo (oltreché politico) durato troppo a lungo: nel frattempo, tutte le persone sottoposte nel tempo a limitazioni della propria libertà da parte delle forze dell’ordine, hanno continuato ad essere oggetto di abusi, minacce, violenze e lesioni gravissime, di cui conosciamo bene non solo le conseguenze fisiche e psicologiche, ma anche quelle sociali e culturali.

Tra il 1987 ed oggi, c’è stato il G8 di Genova e ci sono stati moltissimi casi, più o meno mediatizzati e più o meno conosciuti dall’opinione pubblica, in cui donne e uomini, ragazzi e ragazze hanno perso la vita o hanno subito violazioni, vessazioni ed abusi gravissimi dentro commissariati, caserme, galere, manicomi criminali, Cie, ecc., per mano di agenti delle forze dell’ordine. Questi i fatti che emergono ovunque nei territori in cui viviamo. Molto distanti dai fatti sono invece i processi e le condanne verso chi, in divisa, ha commesso abusi e violenze e sa che gli sarà garantita l’impunità o verrà condannato a pene minime, senza perdere il lavoro. Anzi, forse farà carriera.

Questa mattina abbiamo parlato con Lorenzo Guadagnucci – giornalista, del Comitato Verità e Giustizia per Genova – di questa “nuova” legge sulla tortura, che è arrivata alle camere con un testo stravolto rispetto a quello iniziale: perché? Tutto porta a ritenere che le modifiche siano state fatte per garantire che il reato di tortura rimanga “comune” e non arrivi ad essere qualificato come reato del pubblico ufficiale.

Ascolta l’intervista

lorenzo_guadagnucci

 


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