No vai ter Copa: Il Brasile dei “quilombo” resiste alle multinazionali
Scritto dainfosu 12 Giugno 2014
Brasile: nel giorno precedente l’apertura dei Mondiali di Calcio abbiamo registrato un’intervista con un compagno torinese in visita a un “quilombo” di pescatori presso San Francisco de Conde (Salvador de Bahia). Questa comunità di 300 persone è sotto sgombero perchè una multinazionale giapponese vuole costruire un resort turistico lungo lo splendido tratto di fiume vicino al mare lungo il quale si trova il loro villaggio, ma loro non vogliono andarsene perchè sanno cosa vuol dire finire nelle favelas ai margini dei grandi centri urbani. Al momento dell’intervista è in corso un’assemblea con compagni di Salvador e di altre comunità di pescatori vicine. Dei compagni baschi passeranno l’estate nel quilombo per sostenere la resistenza allo sgombero.
I quilombo sono comunità di neri discendenti degli schiavi che in base a una legge del 1987 possono ottenere di restare sulle terre dei fazenderos in cui erano schiavi. Ve ne sono circa 200.000 in tutto il Brasile, quindi milioni di persone che si autorganizzano e si rendono indipendenti dal mercato per quanto riguarda le risorse alimentari. Cosa che dà fastidio al governo centrale, alla grande industria e ai grandi latifondisti.
I Mondiali di Calcio hanno acuito questi contrasti, e dal quilombo parte anche un appello ai compagni di tutti i paesi per fare rete e resistere insieme all’offensiva del capitale.
Ascolta il saluto in portoghese di una “quilombola”:
e poi l’intervista con Manfredo: