Trasformazione, devastazione e omologazione del territorio umbro
Scritto dainfosu 12 Marzo 2015
Le diversità infastidiscono il business, o forse semplicemente non importa tutelarle quando si intravedono possibilità di spartirsi proventi che derivano da una non accorta politica di gestione del paesaggio e delle condizioni di vita. Quando poi questa scarsa lungimiranza e esagerata rapacità si avventa su una regione attraente per la sua storia medievale e rinascimentale, collocando sullo skyline alle spalle del Duomo di Orvieto 18 pale eoliche grandi il triplo, oppure si fa passare il raddoppio della Orte-Mestre a pagamento in valli dove esistono già due gasdotti e altre infrastrutture, o si impongono inceneritori e enormi bacini di stockaggio di rifiuti per tutto il Centroitalia, allora la trasformazione dell’Umbria in un parco di orrori puntellati da vestigia di una passata bellezza soffocata da infrastrutture e cemento è un delitto contro l’umanità, ma soprattuto contro quelle popolazioni che si trovano a subirlo inermi e anche un po’ sbalordite.
Per fortuna un comitato si è già costituito per contrapporsi alla devastazione del monte Peglia, che divide Orvieto da Perugia e forse ora si troverà con una cementificazione selvaggia, cavi che smantelleranno un ambiente integrale, dove vivono ancora 37 lupi… ma sentiamo l’indignazione di Giulio