Ignazio Marino tra Renzi e Bergoglio
Scritto dainfosu 20 Ottobre 2015
Il sindaco di Roma deve piacere al capo del due governi della capitale. Se non piace al primo ministro si trova in un mare di guai, perché senza l’appoggio del governo il comune di Roma cola a picco. Se non piace al capo della chiesa cattolica nell’anno del giubileo straordinario, indetto per rimpolpare le casse esauste del Vaticano, può capitargli di venire umiliato pubblicamente durante il viaggio statunitense del papa.
Ignazio Marino non piace né a Renzi né a Bergoglio e non è neppure abile nell’arte della gestione del potere, il cui primo comandamento è piazzare i propri uomini in tutte le posizioni chiave.
Le dimissioni del primo cittadino di Roma sono tutte qui. Scontrini e multe sono solo le bucce di banana in cui è inciampato. Poco o nulla in confronto alla normalità del malaffare che si consuma normalmente all’ombra dei palazzi capitolini.
Nessuno lo rimpiangerà. Le politiche sociali del comune di Roma durante i due anni e quattro mesi della sua amministrazione non hanno segnato una rottura con il suo predecessore. Ne sanno qualcosa senza casa e sfrattati, occupanti di casa e immigrati.
Ne abbiamo parlato con un compagno di Roma, Francesco.
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