Truffe made in Italy
Scritto dainfosu 11 Novembre 2015
Il prode Guariniello è stato messo sulle tracce di un ennesimo scandalo che rischia di scuotere sensibilmente quel moloc che è ormai il sacro made in italy proprio all’indomani della chiusura di Expo. Siamo di fronte a una frode alimentare in cui sono coinvolti, in una misura e dimensione che puzza di cartellizzazione, tutti i big del mercato dell’olio extravergine, che troviamo sugli scaffali della grande distribuzione (Carapelli, Bertolli, Sasso, Coricelli, Santa Sabina, Prima Donna e Antica Badia). Questa volta, a mettere gli inquirenti sulla pista giusta è stata l’inchiesta e i materiali forniti da una rivista che si occupa di tutela dei consumatori: Il Test. L’inchiesta prende le mosse da una considerazione semplice e allo stesso tempo dirimente: come si regoleranno i grossi produttori di casa nostra data la scarsità della produzione olivicola italiana dell’anno 2014-2015?
Siamo di fronte a una frode alimentare molto fastidiosa. Perché colpisce un settore in cui gli italiani, per tradizione e perché stimolati da tempo dalle acquisizioni in campo medico e nutrizionistico, fanno sforzi anche importanti per continuare ad acquistare olio extravergine di oliva. Nonostante la crisi. Olio extravergine significa innanzitutto particolari caratteristiche organolettiche che sussistono in virtù di un notevole grado di salubrità e integrità di un prodotto che resta grezzo, cioè non subisce raffinazioni di nessun tipo. E’ interessante notare che a fronte di un’inchiesta così importante per l’interesse pubblico registriamo una certa timidezza dei mass media. Che da un lato temono le qurele dei potenti ma soprattutto condividono l’ideologia imperante della strenua difesa del made in Italy anche contro ogni evidenza.
Abbiamo ai nostri microfoni il direttore de Il Test Riccardo Qintili, per un commento sulla vicenda che hanno contribuito a mettere sotto i riflettori