Bangladesh: il contesto storico-politico delle violenze attuali

Scritto dasu 11 Giugno 2016

2016-06-10_bangladesh

Solo su alcuni siti di geopolitica si riescono a trovare informazioni e dati relativi al paese asiatico nato dalla decolonizzazione del subcontinente indiano prima e dal processo indipendentista dal Pakistan poi, ma sono sporadiche, frammentarie e senza un’analisi che contestualizzi gli eventi. Sui media mainstream giungono notizie del tutto prive di  approfondimenti, che si limitano a  riportare l’episodio di violenza, l’assassinio di intellettuali, blogger, rappresentanti delle minoranze induiste o di religioni diverse dall’islam, o – il più delle volte – laici… magari mettendoli in relazione con un’infiltrazione di Daesh di nuovo senza considerare la storia dell’estremismo religioso regionale, ricostruibile a partire dai combattenti che andarono in Afghanistan a combattere i sovietici.

 

Eppure in Italia sono giunti molti bengalesi in cerca di una fuga dalla miseria per loro e per le famiglie indebitatesi per mandarli nel mondo a cercare la sopravvivenza della loro comunità ed è sorprendente come non si venga indotti a ricercare informazioni, soprattutto a seguito del ripetersi di aggressioni ai danni di persone che rappresentano la diversità, la minoranza religiosa a partire dal 2013 (e l’ultimo ancora il 10 giugno quasi contemporaneamente a questa diretta), come ci racconta Marina Forti all’inizio di questo intervento che potete ascoltare, scoprendo come il problema sia più di credibilità delle istituzioni, di illegittimità del governo, che non di terrorismo internazionale, di faide decennali tra le fazioni che si alternano al potere tra colpi di stato e cicli politici fondati su persecuzioni dell’opposizione; si arriva persino alla comprensione da parte delle autorità di governo di predicatori, usati come voce popolare per una legittimazione del potere che viene meno sempre di più, lasciando campo libero all’intolleranza assassina nei confronti dei blogger laici, delle donne impegnate nel sociale che attraverso le ong si sostituivano alla latenza delle istituzioni nell’assistenza della popolazione indigente e impegnate nell’emancipazione di altre donne…

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