Dallas e dintorni. Aggiornamenti dalla guerra in corso
Scritto dainfosu 14 Luglio 2016
Se per tanti media europei il conflitto di razza e di classe in corso oltre oceano si è palesato soltanto quando a morire, per una volta, sono stati dei poliziotti e non dei giovani neri come a Dallas, la guerra è in realtà quotidiana per i tantissimi che devono subire ogni giorno le violenze della polizia.
In reazione a questa violenza è emersa di una nuova generazione di giovane militanti neri che hanno dato via al movimento Black Lives Matters e sono decisi a mantenerne la testa nonostante il suo carattere sempre più variegato che vede la partecipazioni di tanti giovani bianchi solidali. Un movimento capace d’incidere sui territori e lo spazio mediatico con pratiche efficaci e spettacolari come quella dei blocchi autostradali, vero fulcro della vita delle metropoli americane.
Obama ha tradito le altissime aspettative che aveva generato nella comunità nera, lasciando sostanzialmente inevasa la questione razziale: la fine della sua Presidenza riapre ferite mai cauterizzate disinnescando meccanismi di delega che avevano narcotizzato fino ad oggi tante possibili mobilitazioni “dal basso”. Specularmente una parte del proletariato bianco impoverito esprime con sempre meno complessi punti di vista apertamente razzisti che trovano una legittimazione forte nella figura di Donald Trump
Abbiamo raggiunto Massimo, un compagno che si trova a Oakland e che sta vivendo in prima persona le diverse mobilitazioni anti-razziste, per farci raccontare cosa sta succedendo: