Ventimiglia: meglio la stalla dell’accoglienza
Scritto dainfosu 30 Luglio 2016
L’inasprimento della chiusura della frontiera, le retate, gli sgomberi di campi informali… sono diventati carità pelosa e scaricabarile, in attesa di una nuova serie di pesanti repressioni, mentre i migranti che resistono a tutto si sono divisi tra chi ha accettato il nuovo campo istituzionale collocato nel parco ferroviario Roja, schedati, recintati e ghettizati a 5 chilometri dal centro cittadino gestito dalla Croce Rossa, con Unhcr e polizia (può ospitare 180 migranti ma estendibili a 700) e chi ha scelto – non fidandosi affatto di queste figure istituzionali – a poche centinaia di metri di riattare una ex stalla, dove mancano cibo, l’acqua è stata tagliata dalla polizia, i posti per dormire sono insufficienti, mentre con l’aiuto di alcuni solidali si è allestita una cucina da campo autonoma e tentato di rendere lo spazio vivibile e nel rispetto della dignità umana dei singoli è sorto un campo informale.
Abbiamo chiamato Andrea per capire meglio a che punto siamo di questo secondo anno del problema del blocco della frontiera a ridosso del campeggio che si svolgerà dal 6 agosto