Tav. Il gioco delle tre carte
Scritto dainfosu 30 Gennaio 2018
Lo sanno tutti. Il gioco delle tre carte o delle tre campanelle è una truffa. Eppure c’è sempre qualcuno che ci casca: qualcuno che si crede più furbo degli altri e si fa incastrare. In politica la questione è più complessa. Non sempre chi si fa irretire in un gioco è uno stupido: a volte si fa gli scemi per non andare in guerra. A volte il gonzo è anche complice.
Di cosa stiamo parlando?
Della Torino Lyon, la “nuova” linea ad alta velocità contro la quale da oltre 25 anni si batte un movimento popolare, che resiste, nonostante arresti, botte, denunce, multe, carcere.
L’ultima trovata del governo è descrivere la tratta nazionale della ferrovia come opera di ammodernamento della linea. “Ammodernamento” è la parola magica, la chiave che dovrebbe aprire tutte le porte, il passpartout per far passare in modo indolore i lavori in bassa valle, collina morenica e Torino.
Si gioca sugli equivoci, si dribbla intorno al Tav, si spera nell’effetto seduttivo di uno slogan che, a suo tempo, il movimento No Tav fece suo. Per contrastare la follia modernista dei fautori della nuova linea, già nel 2005, quando il progetto prevedeva il passaggio sulla sinistra Dora, i No Tav dichiaravano di volere un “ammodernamento” della linea usata ogni giorno da studenti, lavoratori, gente della valle e di Torino in viaggio quotidiano tra i paesi e il capoluogo. “Ammodernamento” significava più sicurezza, carrozze pulite, passaggi a livello sicuri, treni in orario.
L’annuncio del finanziamento dei primi tre lotti costruttivi della tratta nazionale della Torino Lyon non ha nulla a che fare con tutto questo. Chiamare ammodernamento il Tav è una trucco per i gonzi e un alibi per i politici che desiderano dichiararsi No Tav senza fare nulla per impedire la realizzazione dell’opera.
Il movimento No Tav, con l’aiuto del propri tecnici, sta facendo assemblee in tutti i paesi interessati dal passaggio del Tav, per mostrare che, anche questa volta, il re è nudo. Nudissimo.
Il finanziamento per la parte nazionale della Torino Lyon, da Settimo a Bussoleno, è suddiviso in tre tratte:
1) Tratta Bussoleno- Avigliana per importo 200 milioni di Euro, subito utilizzabili
2) Tratta Avigliana-Orbassano per importo di 1.700 milioni scaglionati negli anni, non sono ancora chiare le opzioni utilizzabili se aumento di binari sulla linea storica da Avigliana al bivio Pronda oppure la galleria sotto la collina morenica da Rosta a Rivalta e di lì allo scalo merci di Orbassano, la cattedrale nel deserto che questo progetto vorrebbe resuscitare.
3) Tratta Orbassano- Settimo per importo di 2.500m milioni, rimandato a dopo il 2030…
Il progetto della tratta nazionale è ancora quello preliminare del 2011 da Chiusa a Settimo, tutte le dichiarazioni di “fasaggio” in tratte sono state fatte dall’Osservatorio, ma non esistono livelli di progettazione superiori al preliminare.
La gestione della progettazione e dei lavori della tratta nazionale è stata affidata a RFI: il finanziamento per questi lavori contenuti nell’Accordo di programma 2017-22 col governo è stato approvato dal CIPE e quindi potrebbe anche essere attuato a breve.
Dall’inizio del 2018 potrebbe partire “l’ammodernamento” della linea attuale Bussoleno- Avigliana: non si hanno documentazioni in merito ai lavori che vorrebbero fare. Il mese di gennaio è passato senza che nulla si muovesse
Questi interventi, comunque articolati, sono lavori in funzione della NLTL (TAV/TAC). Per questa ragione il movimento No Tav ha deciso di mettersi di mezzo. I trucchi retorici sono stati smascherati e denunciati nelle assemblee pubbliche.
Per quanto riguarda la tratta transfrontaliera i lavori sono fermi perché si è ancora nella fase osservazioni alla Variante del progetto e la Francia ha difficoltà di finanziamento per cui ha chiesto la pausa anche per i lavori di questa tratta. I due appalti assegnati a gennaio sono solo picccoli lavori di adeguamento del tunnel geognostico di Chiomonte, terminato in primavera ed ora fermo.
lo svincolo autostradale di Chiomonte doveva essere già iniziato, ma manca ancora il nuovo progetto.
L’Osservatorio ammette ora negli ultimi documenti di essersi sbagliato sui flussi di traffico per colpa delle stime dell’Europa sulla crescita.
TELT l’antivigilia di Natale ha presentato delle nuove integrazioni alla variante di progetto.
Ne abbiamo parlato con Luca Giunti, tecnico No Tav, naturalista e guardaparco.
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