Polizia e ordine pubblico
Scritto dainfo2su 18 Aprile 2019
Ordine pubblico è una nozione ricorrente nella discorsività politica e sociale. Quale significato ha per chi lo amministra, per chi ne definisce i contorni e le modalità di imposizione?
Quale punto di vista viene assunto da chi detiene il potere?
Vi sono due fondamentali accezioni in cui in cui viene declinato l’ordine pubblico: quella ideale e quella materiale.
La prima è tipica degli assetti autoritari, la seconda prevale negli ambiti istituzionali che si rifanno alle concezioni democratiche. Una distinzione utile sul piano descrittivo, ma assai più sfumata nei fatti.
L’ordine pubblico ideale o normativo, si può descrivere come l’insieme dei principi che costituiscono la legittimità di una relazione sociale cristallizzata in un determinato assetto istituzionale. L’ordine pubblico materiale si configura come condizione di pacifica convivenza, di buon assetto e regolare andamento del vivere civile.
Nella prima accezione siamo di fronte ad uno Stato Etico, che pretende di modellare su di se l’intera società, nel secondo l’ordine pubblico viene declinato attraverso procedure che solo formalmente sono neutre. In realtà l’approccio procedurale ha lo scopo di nascondere le diverse declinazioni dell’ordine pubblico sotto una patina tecnica, che ne opacizza l’intrinseca politicità.
I conflitti vengono trasformati in sommovimenti criminali, perché agiti da soggetti bollati come tali. Una gigantesca finzione che consente di perpetuare la favola della democrazia e delle sue libertà, prima tra tutte quella di esprimere dissenso verso l’ordine costituito.
Ne abbiamo parlato con Enrico Gargiulo, ricercatore all’Università di Venezia, che partecipa all’assemblea “Cosa succede in città?”
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