Carcere. Una bomba virale ad orologeria
Scritto dainfosu 7 Aprile 2020
Il governo ha represso nel sangue le rivolte di fine febbraio. Il bilancio è stato durissimo tra morti e feriti, i pestaggi sono continuati anche nelle settimane successive.
Ad oltre un mese dall’insorgenza spontanea dei reclusi contro gabbie che rischiano di trasformarsi in bombe virali, solo pochissime persone sono andate ai domiciliari in seguito ai provvedimenti di Bonafede, che non ha voluto disinnescare una situazione che, in se già iatrogena in tempi “normali”, diventa esplosiva durante un’epidemia.
Anzi! Anche coloro che avrebbero potuto andare ai domiciliari in buona parte sono ancora in carcere, perché, secondo Bonafede, dovevano andarci solo con braccialetti elettronici, che da anni non sono disponibili.
Ce ne ha parlato l’avvocato Eugenio Losco, che rappresenta un detenuto vittima dei pestaggi di polizia dopo le rivolte
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