Penalisti in sciopero contro il DDL 1660

Scritto dasu 6 Novembre 2024

È cominciato il 4 novembre lo sciopero degli avvocati di tre giorni proclamato dall’Unione delle Camere Penali Italiane. La protesta nasce contro il DDL 1660 approvato lo scorso 18 settembre alla Camera e attualmente in fase di esame al Senato.
Significativo il fatto che L’Unione delle Camere Penali è un’organizzazione di categoria di stampo spiccatamente liberale, certamente non sospettabile di simpatie a sinistra o di inimicizia verso il governo.
Segno che il DDL 1660 è a tal punto una rottura dell’ordine liberale da suscitare preoccupazione ed indignazione anche in settori molto moderati dell’avvocatura.
Il ddl 1660 è definito “securitario e populista”, con un rigore punitivo sproporzionato ed effetti negativi sul sistema carcerario, già segnato dal sovraffollamento e dalle condizioni disumane della detenzione.
Unione ha evidenziato come si assista ad una inaccettabile pan-penalizzazione a vasto spettro che implica la creazione di nuove fattispecie di  reato, la criminalizzazione di condotte che non erano state mai ritenute offensive, uno sproporzionato aumento delle sanzioni a tutela univoca dei tutori dell’ordine, l’introduzione di nuove ostatività alla concessione di benefici penitenziari, l’aumento delle prerogative della Polizia giudiziaria, alla quale sarà addirittura consentito il porto di armi diverse da quelle ufficialmente in dotazione, e si constatava come tali riforme finiscano con il modificare pericolosamente i rapporti stessi fra il cittadino e lo Stato, fra il principio di autorità e quello di libertà, impostando le stesse relazioni sociali sulla base di una asserita esigenza di sicurezza strumentalmente amplificata.
L’Unione ha denunciato come i principi di ragionevolezza, di proporzionalità e di offensività, propri del diritto penale liberale al quale dovrebbe tendere ogni moderno Stato di diritto, sono stati travolti evidentemente travolti, mediante l’instaurazione di un sistema deliberatamente impostato sull’impronta di un “diritto penale del nemico” e su di una responsabilità da “colpa d’autore”, nella quale la stigmatizzazione penale si attiva non per “quello che si fa”, ma per “quello che si è”.
Ne abbiamo parlato con l’avvocato Gianluca Vitale

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