Ritorno al nucleare. Le grandi manovre dell’Enel
Scritto dainfosu 7 Dicembre 2024
Già a fine dicembre l’Italia potrebbe dotarsi della prima newco a trazione pubblica con i big di Stato per aprire la strada al ritorno del nucleare. I lavori sono in corso e i vari pesi sarebbero già stati definiti: Enel avrebbe la quota di maggioranza con il 51%, Ansaldo Nucleare il 39%, Leonardo col restante 10%. Il ruolo di capofila è stato riconosciuto al gruppo guidato dall’amministratore delegato Flavio Cattaneo soprattutto per le credenziali che può esibire grazie ai 9 Gigawatt di capacità nucleare installata: 6 Gw in Spagna e 3 in Slovacchia attraverso la partecipazione in Slovenske Elektrarne, titolare della centrale di Mohovce. In altre parole, Enel è la sola società italiana a gestire impianti nucleari nel mondo.
Questa volta il ritorno del nucleare, inserito da tempo nell’elenco delle energie “pulite e rinnovabili”, viene sponsorizzato sulle ali di una presunta novità: le centrali piccole, alimentate dal Mox, un materiale ricavato dagli scarti delle altre centrali. Il Mox non è una novità, perché viene prodotto da decenni attraverso il riprocessamento delle scorie, e contiene plutonio, il materiale usato per le bombe atomiche.
Si spaccia per nuova e pulita la riedizione delle centrali atomiche in altri panni ma con gli stessi rischi delle precedenti.
Ne abbiamo parlato con Angelo Tartaglia, professore emerito del Politecnico di Torino
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