LA GUERRA NEL CONGO ORIENTALE RISCHIA DI ESTENDERSI A TUTTA LA REGIONE.

Scritto dasu 10 Marzo 2025

La crisi congolese condensa un insieme di conflitti regionali, nazionali e internazionali. Il deterioramento della situazione nella parte orientale della RDC e l’assenza di strumenti efficaci per controllarla hanno nel tempo attratto un numero crescente di attori locali e stranieri che traggono profitto dal caos e lo mantengono ,l’estensione del conflitto è un rischio reale e puo’ coinvolgere gli stati confinanti come avvenne dal 1997 al 2003. Le radici del conflitto risalgono perlomeno al  1994 quando in Ruanda il regime dell’Hutu power scatenò il massacro dei tutsi e degli hutu moderati , in seguito alla conquista di  Kigali da parte delle forze tutsi sconfinarono in Congo centinaia di miliziani hutu destabilizzando ulteriormente le ricche regioni minerarie del Kivu e dell’Ituri. La distruzione del tessuto economico nell’est del Congo a seguito della guerra ha lasciato alla popolazione abbandonata poche vie di fuga se non lo sfruttamento artigianale del coltan (il minerale da cui si estrae il tantalio), un economia militarizzata nelle mani della miriade di gruppi armati presenti nella regione, molti dei quali lavorano per o sono protetti da potenti figure politiche o militari legate al potere. In questo contesto il Ruanda paese piccolo e sovrapopolato trova nell’espansione territoriale il proprio spazio vitale sostenendo  la comunità tutsi congolese e combattendo le milizie hutu tollerate dal governo di Kinshasa. Il Ruanda è diventato un grande fornitore di materiali strategici pur non possedendoli poichè anche attraverso il controllo delle milizie  M23 beneficia dello sfruttamento  delle miniere artigianali congolesi.

Ne parliamo con Giovanni Gugg di  Focus on Africa

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