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Si è appena concluso il vertice NATO di Chicago. I ministri della guerra dei paesi dell’Alleanza hanno discusso dell’agenda dell’Alleanza Atlantica, sempre più candidata al ruolo di gendarme mondiale, con o senza l’egida delle Nazioni Unite. In questa prospettiva la NATO si dà una forma flessibile, multipolare, elastica, a rete, per intervenire mobilitando anche gli eserciti di Paesi che all’Alleanza strettamente intesa non hanno mai aderito, dall’Asia Centrale al Nord Africa, passando per l’Europa dell’Est.
Sempre meno un’alleanza che rappresenta un blocco di nazioni, sempre più la tutrice dell’ordine globale nel 21esimo secolo.
Un’alleanza che sembra corrispondere totalmente alle esigenze della Casa Bianca: condividere costi e responsabilità, ottimizzando i benefici.
Si lancia così la parola d’ordine di “smart defense” con oltre 20 progetti multinazionali.
Su questo ombrello “smart” e multipolare, veglierà lo scudo anti missilistico che – si apprende da Chicago – entro il 2015 sarà in grado di difendere i Paesi e le popolazioni dei 28 alleati dalla minaccia crescente di testate di vicini considerati ostili.
In epoca di crisi a Chicago hanno discusso di come fare la guerra spendendo meno, anche se l’ammiraglio Di Paola, il “tecnico” preposto alla Difesa nel governo Monti ha chiarito senza mezzi termini che prima vengono le esigenze della “sicurezza” poi si può parlare di spesa.
Per quanto riguarda il nostro paese la novità più importante riguarda la base di Sigonella, dove verranno collocati cinque droni e altri 600 militari.
A Chigaco hanno discusso anche di Afganistan, confermando il ritiro delle truppe per il 2012, un ritiro che sancisce la sconfitta degli Stati Uniti e dei loro alleati nel paese asiatico, nonostante 11 anni di guerra e occupazione militare feroce, tra torture, detenzioni extragiudiziali, terrorismo sistematico tra la popolazione.

Mentre era in corso il vertice migliaia di attivisti hanno manifestato a Chicago. Al termine della manifestazione la polizia ha caricato gli attivisti che rifiutavano di allontanarsi. Numerosi i feriti, 47 gli arresti.

Del vertice NATO, della guerra in Afganistan, delle nuove strategie di difesa abbiamo parlato con Stefano del Comitato contro Aviano 2000.

La Eu-Navfor Somalia-operazione Atalanta è una missione diplomatico-militare dell’Unione europea contro la pirateria marittima lungo le coste del Corno d’Africa. La missione è iniziata nel dicembre 2008. Le navi, che variano da 4 a13 e possono contare anche su un supporto aereo, operano in una zona che comprende il Golfo di Aden, il Corno d’Africa e l’Oceano Indiano fino alle Isole Seychelles.
Il 15 maggio, per la prima volta dall’inizio di Atalanta gli elicotteri della Navfor hanno bombardato le basi dei pirati sulla costa somala.
Secondo alcuni testimoni locali sarebbero state bombardate cinque imbarcazioni ormeggiate nei pressi di Hardhere.
La missione Atalanta era stata estesa lo scorso marzo fino al 2014, autorizzando la possibilità di colpire sulla terraferma le imbarcazioni e gli equipaggiamenti dei pirati.
Nella stessa zona opera una analoga missione della NATO, le cui funzioni parrebbero sovrapporsi. Con ogni probabilità è in corso nell’area una lotta per il controllo della zona, che, oggi come negli anni ‘80 vede in prima fila Stati Uniti ed Italia. Non a caso l’Italia presto assumerà il comando della missione Atalanta.

Sulle reali poste in gioco di quest’operazione abbiamo parlato con Marco, autore di numerosi articoli sul tema della pirateria.


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