Nel Venezuela post-elettorale

Scritto dasu 21 Maggio 2013

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L’elezione di Maduro ha mostrato quanto può essere fragile un progetto politico che sino a pochi mesi prima sembrava procedere a tutto spiano con passo inarrestabile. E’ bastata l’uscita di scena del presidente Chavez, deceduto in seguito a un cancro pelvico, per rimettere in discussione i giochi e ridare fiato a un’opposizione che , quasi disperata, millantava simpatie per il brasiliano Lula e infine per lo stesso Chavez, del quale scimmiottava ormai programmi e modalità di costruzione del consenso. E’ bastata la sua dipartita appunto perché le scarse, per certi versi sorprendenti, percentuali di vittoria del neo-presidente Maduro, designato da Chavez stesso, ridassero vigore a una destra che nei ha fatti ha palesato il suo volto più autentico: golpista e regressivo. Mostrando di non aver mai digerito le politiche chaviste: l’orizzonte socialista, le nazionalizzazioni, gli intralci al libero commercio e allo strapotere delle multinazionali. Gli interrogativi aperti restano molti e i prossimi mesi saranno decisivi per capire se può ancora crescere e rafforzarsi, senza irrigidirsi, un progetto che con tutti i suoi limiti, riveste un’importanza enorme per tutto il subcontinente latinoamericano.

Ascolta la diretta con Geraldina Colotti, inviata del Manifesto in Venezuela e autrice di “Talpe a Caracas” che verrà presentato venerdì 24 maggio alle 21.00 nella sede di via Cecchi 21/A.

Gerri

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