Verso il 10 maggio. No tav liberi!
Scritto dainfosu 6 Maggio 2014
Sabato 10 maggio, ore 14, p.zza Adriano a Torino. Una tappa importante verso il processo che si aprirà il 22 contro Claudi, Chiara, Mattia e Nicolò. Un grande corteo per rimandare al mittente l’accusa oscena e insensata di essere dei terroristi. Un’accusa pericolosa in quanto sostenuta da un articolo di legge vago e pericolosissimo, che calza a pennello per qualunque movimento, per quanto popolare e diffuso, che ingaggi con lo stato uno scontro che vada oltre la semplice doglianza, che si metta all’altezza degli obiettivi che quel movimento dichiara di perseguire. Una legge pericolosa, costruita nel 2005 sull’emergenza (reale???) del terrorismo islamico, un meccanismo che sembra fatta apposta per stritolare chi si ostina a non abbassare la testa di fronte alla protervia dello stato. Quindi il corteo di sabato non è solo per chiedere la liberazione dei quattro No Tav in carcere ma vuole anche denunciare la pericolosa tendenza in seno alla politica, all’informazione e alla magistratura a condurre una guerra preventiva verso tutto ciò che metta in crisi i fragili equilibri della governance. Assistiamo in Valle di Susa alla criminalizzazione di ogni dissenso, quello che si esprime attraverso l’audacia di pochi, quelli che si dà in dimensioni di massa o addirittura quello che si esprime attraverso semplici scritti (come nel caso di Erri De Luca) o attraverso l’esercizio di prerogative che dovrebbero essere garantite per legge (come occorso a Vattimo).
Abbiamo raggiunto al telefono l’ex magistrato Livio Pepino, convinto che il movimento di opposizione alla linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione sta diventando sempre più il crocevia di questioni fondamentali: il tipo di sviluppo, l’informazione, i processi di partecipazione alle decisioni politiche ed economiche, il rapporto tra la gente e le istituzioni, il senso della dialettica tra maggioranza e minoranze, gli orientamenti della giurisdizione di fronte al conflitto politico e sociale.
Abbiamo poi raggiunto dagli studi di via Cecchi Francesco, che ci ha fornito qualche aggiornamento sull’umore e le condizioni di detenzione di Chiara, Mattia, Nicolò e Claudio.