Lo sgombero e parziale demolizione del centro sociale Can Vies, nel cuore del quartiere di Sants a Barcellona, ha innescato una rivolta popolare che per tre giorni e tre notti ha messo a dura prova i “mossos de esquadra”, i poliziotti dell’antisommossa catalana.
17 anni di autogestione, di lotte, di attività sociali hanno lasciato un segno profondo a Sants. Così, quando il governo ha interrotto le trattative ed ha deciso per l’azione di forza, la risposta della gente è stata superiore ad ogni aspettativa. E’ finita con un corteo di settemila persone e con la decisione del governo di interrompere la demolizione dello stabile, che è stato rioccupato e tornerà presto a vivere. Le macerie della parte demolita sono state rimosse ed usate per erigere un muro di fronte al Comune.
Sabato scorso un corteo di 10.000 persone ha attraversato la città, scontrandosi con la polizia in prossimità del cuore turistico della capitale catalana, le ramblas.
Sebbene nel bilancio repressivo vi siano 28 arresti e numerosi feriti, la resa del governo è il segno di una lotta che è riuscita a restituire a Sants un luogo libero ed autogestito.
Ascolta la cronaca delle giornate di lotta di Alessia, una compagna torinese che da molti anni si è trasferita a barcellona: