Sabotaggio, non terrorismo. Le motivazioni della Cassazione

Scritto dasu 2 Luglio 2014

cassazioneLo scorso 27 giugno sono state rese note le motivazioni della sentenza della Cassazione che ha cancellato, rinviandola, la sentenza del tribunale del Riesame, che aveva confermato l’imputazione di attentato con finalità di terrorismo contro i quattro No Tav arrestati il 9 dicembre con l’accusa di aver partecipato ad un’azione di sabotaggio contro il cantiere Tav in Clarea.
La Cassazione ha smontato l’impianto accusatorio della Procura di Torino, negando che i fatti del 14 maggio del 2013, quando venne danneggiato un compressore nel cantiere/fortino di Chiomonte, possano giustificare l’utilizzo dell’articolo 270 sexies, che definisce la “finalità di terrorismo”.
Una sentenza che potrebbe portare ad un allentamento delle misure cautelari contro Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò, nonostante il processo prosegua in corte d’assise, mantenendo l’imputazione originaria.
Il dibattimento, cominciato il 22 maggio, è ormai giunto alla sua quarta udienza.
Sebbene il pronunciamento della Cassazione sia relativo solo alle misure cautelari, non potrà non avere un riflesso sul processo che si sta svolgendo nell’aula bunker del carcere delle Vallette a Torino.
Le motivazioni della sentenza la fanno finita con il teorema che la Procura ha elaborato per regolare i conti con il movimento No Tav. I No Tav hanno sostenuto ed appoggiato la pratica del sabotaggio del cantiere e delle ditte collaborazioniste.

Per meglio decodificare le 45 pagine della sentenza della Cassazione abbiamo sentito Eugenio Losco. Eugenio è uno degli avvocati del collegio difensivo di Chiara, Claudio, Mattia e Nicolò.

Ascolta la diretta:

losco_cassazione


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