Alluvione. Rassegnarsi o cambiare rotta?

Scritto dasu 14 Ottobre 2014

genova angeli del fangoLe alluvioni, come quella di Genova, sono diventate normali. Secondo Luca Mercalli, noto metereologo, dovremo imparare a conviverci. Sono trascorsi quasi cinquant’anni dalla disastrosa alluvione di Firenze ma, con preoccupante ridursi degli intervalli, eventi disastrosi si moltiplicano. Le cause sono sempre le stesse, ma più gravi. Dissesto idrogeologico, causato da cementificazione selvaggia, mancata manutenzione degli alvei dei fiumi, mutamenti climatici almeno in parte innescati dalla follia delle attività produttive.
Senza futuro. Era un slogan del movimento punk, è divenuto l’orizzonte limitato di una classe politica che non bada neppure più al proprio domani, preoccupata dall’arraffare tutto e subito.
Il governo profitta dell’occasione per rilanciare lo “sblocca Italia”, che renderà ancora più sciolte le briglie del motore delle grandi opere, moltiplicando le colate di cemento, senza alcun intervento reale sul territorio.
Secondo Mercalli occorre puntare sull’educazione, perché la gente delle zone a rischio, sappia tutelarsi, riducendo le vittime. Ma per città come Genova non ci sarebbe più nulla da fare. Se non demolire buona parte della città. Una prospettiva tanto drastica da elidere ogni prospettiva di azione. Certo, ben poco avrebbe potuto fare quell’argine in più che i pasticci nelle gare d’appalto hanno lasciato nelle scartoffie della Regione, tuttavia, una diversa cultura del territorio, una più spiccata attitudine della popolazione a prendersi cura dell’ambiente in cui vive, potrebbero dar vita ad una riflessione ed una pratica collettive capaci di innescare un processo virtuoso, capace di arrestare e, chi sa? invertire la marcia del motore impazzito che ci governa.
Una faccenda tanto semplice da divenire rivoluzionaria. Una prospettiva lontana? Forse no. Le gente che a Genova, nel novese e a Parma, senza aspettare lo Stato, si è rimboccata la maniche ed ha cominciato a spalare, è indice di una coscienza civile, la cui moralità non è iscrivibile in percorsi istituzionali. A Genova alcuni di questi “angeli del fango” hanno provocato l’intervento dell’antisommossa, quando si sono permessi di chiedere ai poliziotti di sporcarsi le divise, per fare, almeno una volta, un lavoro utile.
La vita cova sotto le ceneri della rassegnazione.

Ascolta la diretta con Luca Mercalli:

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