Roma: sgomberata l’anagrafe occupata dal movimento di lotta per la casa

Scritto dasu 26 Gennaio 2015

Dopo 14 giorni di occupazione, 10 camionette della Polizia sono intervenute questa mattina per sgomberare l’anagrafe romana di via Petroselli, portata avanti da parte dei Movimenti per il diritto all’abitare per chiedere che governo e Comune di Roma facessero marcia indietro nell’applicazione dell’ articolo 5 del “piano casa” di Lupi e Renzi, che nega allaccio e residenze agli occupanti per necessità.

Al momento ci sarebbero 6 compagn* in stato di fermo e per qualcuno di loro non è chiara la posizione che la Questura intende prendere. Il movimento ha proclamato per le 13 una conferenza stampa di fronte all’edificio sgomberato e rinvia, come prima risposta, al corteo già previsto per sabato 31 gennaio, giornata di mobilitazione territoriale diffusa per il diritto all’abitare.

Abbiamo raggiunto Cristiano Armati del coordinamento cittadino di lotta per la casa per avere un commento a caldo

cristiano_sgombero_anagrafe

 

Qui di seguito il comuncato dei movimenti romani che lottano sulla questione casa:

All’alba del 14° giorno di occupazione dell’anagrafe centrale di via Petroselli da parte dei movimenti per il diritto all’abitare, un ingente spiegamento di forze dell’ordine ha sgomberato con decisione le famiglie presenti.

Dopo giorni di trattative e resistenza si è optato per la rimozione forzata del presidio.

Questa scelta rappresenta la risposta più chiara alle richieste avanzate dai movimenti: nessuna disponibilità a mettere in discussione una legge odiosa che sostiene la speculazione e cancella il diritto alla casa in questo paese. Anche i tentativi di mediazione del neo assessore Danese risultano inutili di fronte a tanta protervia. Il decisionismo renziano viene adottato e sostenuto dall’amministrazione e dalla prefettura romana. Al confronto si preferiscono le divise e i manganelli.

Mentre tutti plaudono alla vittoria in Grecia di Alexis Tsipras, in Italia chi si batte contro le leggi che impongono austerity e precarietà viene aggredito piuttosto che essere ascoltato. Che questo avvenga a Roma dopo le vicende di “mafia capitale” è ancora più riprovevole. Si preferisce continuare a sguazzare nell’emergenza piuttosto che affrontare le questioni sollevate dai movimenti e mettere mano a interventi strutturali e definitivi.

La decisione di rivedere l’articolo 3 del Piano casa di Lupi sulla vendita degli alloggi popolari, con un tiepido riconoscimento dei diritti degli assegnatari regolari, rappresenta un importante risultato delle mobilitazioni diffuse ma è soltanto un piccolo tassello delle questioni sul tappeto, a cominciare dal grande numero di sfratti previsti per febbraio, compresi quelli che riguardano le finite locazioni e le cosiddette categorie protette.

La mobilitazione indetta per il 31 gennaio, dislocata sul territorio nazionale, assume un significato superiore dopo lo sgombero degli uffici dell’Anagrafe centrale in via Petroselli.

A Roma l’emergenza abitativa e la precarietà diffusa si sommano con il degrado e con la rabbia montante nelle periferie abbandonate da tempo al loro destino.

Questa situazione non è sostenibile con le risorse e le scelte messe in campo dal sindaco Marino, anzi si presta ancora una volta alla gestione senza progetto che ha dato spazio ai Carminati e agli Odevaine di turno.

Il 31 gennaio la città di sotto che è stufa di questa governance inadempiente verso i più deboli e sempre disponibile con chi fa affari farà sentire la sua voce forte e chiara.

Le dimissioni di questa giunta sono ormai inappellabili, il mondo di sopra va tolto di mezzo!

Ci vediamo il #31G!

Movimenti per il diritto all’abitare

 

 

 

 

 

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