Je so pazz: le note di Pino Daniele liberano un ex Opg a Napoli
Scritto dainfosu 5 Marzo 2015
Lunedì il Collettivo autonomo universitario di Napoli ha messo a disposizoine della cittadinanza l’ex opg, un’area enorme di stanze che erano celle, di orti e pergolati: da spazio reclusivo per generazioni di disperati e perseguitati a spazio due volte liberato: perché l’occupazione è messa a disposizione dei bisogni del quartiere e perché era una prigione che muta radicalmente destinzione d’uso. In questi 4 giorni si sono fatte scoperte di documenti in archivio che potrebbero restituire vita e sofferenze occultate di molti pazienti o reclusi solo perché magari “fastidiosamente” impegnati politicamente nei decenni in cui quello era un luogo di sofferenza. Ridicolo l’intervento anche dela polizia penitenziaria, che è tornata sul luogo dei suoi delitti, rivendicando il possesso di un’area dismessa e minacciando gli occupanti che intensificano la vigilanza e invitano alla solidarietà, estendendo quanto più possibile l’attenzione di singoli e collettivi, perché sarebbe proprio un peccato che potessero sgomberare un posto così nel centro di Napoli, con la fame di spazi, abitazioni, iniziative e recuperi di luoghi e cultura contro la repressione e la contenzione, attuali e storiche.
Saso ci ha accompagnato in questa visita appassionata a un luogo che prende il nome da una delle prime e più belle canzoni di Pino Daniele, in cui era evocato anche Masaniello: