Il mercatino di Torino chiamato “suk”: come estrarre valore dal controllo dello spazio e delle persone

Scritto dasu 26 Ottobre 2015

Sabato e domenica si è svolto il mercatino – negli ultimi tempi chiamato “suk” – che un tempo trovava spazio nella zona del Balon. Dopo lunghe vicende, polemiche e resistenze, i venditori erano stati costretti a spostarsi dal Balon allo scalo Vanchiglia, vicino a corso Novara. Anche qui però gli sciacalli della politica e dei quartieri non avevano tardato a etichettare i momenti di mercato come dilagante “degrado”. In seguito ad altre polemiche e strumentalizzazioni che hanno investito lo spazio di corso Novara ecco che il “suk” è approdato lo scorso fine settimana nello spazio di Via Monteverdi, vicino a via Bologna, in una zona praticamente disabitata e invisibile ai più. Ma anche qui non sono mancate le presenze di politici (di vario colore), “comitati”, fascisti e leghisti di ogni sorta, e soprattutto uno spropositato schieramento di forze dell’ordine, vigili, transenne e controlli serrati nei confronti di chi espone e cerca di vendere la propria merce.

Ne abbiamo parlato questa mattina con Marianna che ci ha descritto la situazione del mercatino e delle persone che si recano a vendere, tra obblighi di tessere associative, “recinti”, controlli pressanti, militarizzazione dello spazio. Ascolta il contributo:

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