La calma piatta della Turchia che si prepara al voto

Scritto dasu 21 Ottobre 2015

A due settimane dalle elezioni presidenziali, con cui Erdogan tenterà di formare (dopo il fallimento primaverile) un nuovo governo che lo riconfermi possibilmente come Presidente della Repubblica, la Turchia sembra essere percorsa da una strana attesa, una specie di calma sospesa pronta a ri-esplodere dopo il nuovo responso delle urne.

Mentre i media di casa nostra ci assicurano che il nuovo sultano si conferma in vantaggio nei sondaggi, anche in quelli condotti subito dopo la strage di Ankara, i compagni e le compagne della sinistra turca guardano con interesse a quanto sta succedendo dentro e appena oltre i propri confini, mai come oggi tanto porosi e così carichi di cambiamenti e pericoli.

Se il pensiero immediato va alla progressione e al consolidamento della forza sul terreno militare delle milizie kurde Ypj e Ypg, non minore enfasi viene posta sulla nuova sollevazione che in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza vede un’intera nuova generazione disfarsi, nella lotta contro lo storico oppressore israeliano, dell’altrimenti ingombrante tutela/controllo/impasse delle forze storiche rappresentate da Fatah e Hamas. Non poch* compagn* sono pronti a giurare che l’immaginario fomentato dalla guerrigliere delle Ypg abbia svolto un ruolo fondamentale in questa nuova rivolta.

Con Davide, compagno torinese che si trova a Istanbul da qualche giorno, abbiamo fatto alcune riflessioni in merito

davide_istanbul_20ott201


Radio Blackout 105.25

One station against the nation

Current track
TITLE
ARTIST