Gela: secondo giorno di sciopero e blocchi

Scritto dasu 20 Gennaio 2016

Per il secondo giorno consecutivo, le stradre che collegano la città di Gela con Licata e Catania sono interrotte dai blocchi messi in piedi dagli operai dell’indotto Eni, per protestare contro la dismissione della ditta Versalis.

Presenti anche sindacati, disoccupati e famiglie in mobilitazione contro quella che considerano  “la morte della città”, il rischio di chiusura definitiva dell’insediamento Eni senza un vero piano di riconversione (fermati tutti i pozzi petroliferi, ridotta la fornitura del gasdotto libico “Greenstream”). Nonostante il brutto tempo, la protesta promette di durare a oltranza e coincide oggi con lo sciopero nazionale dei dipendenti Eni e Saipem.

La protesta, come molte di questo tipo, è presa dal ricatto tra lavoro nocivo o disoccupazione-miseria. Gela è infatti la città più inquinata della Sicilia e nelle richieste dgli scioperanti c’è tanto la messa in campo di alleanze sociali e di classe forti quanto le richieste di riapertura del petrolchimico mortifero e il plauso per l’autorizzazione di nuove trivellazioni di prospezione nel mar di Sicilia.

Abbiamo fatto una chicchierata sullo sciopero e la sua posta in gioco con Marco Catrogi di Licata, attivista di un comitato contro le trivellazioni petrolifere

gela


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