Occupazione Sprar a Roma

Scritto dasu 13 Maggio 2016

Per due giorni hanno occupato il Centro Gerini di Roma in segno di protesta. Sono i migranti proveniente dal Mali, dal Gambia, dal Senagal, dalla Siria, tutti richiedenti asilo e nel limbo della lunga attesa di documenti. Oltre a ciò i cosiddetti “ospiti” della struttura Sprar di Rebibbia hanno protestato per il mancato ricevimento del Pocket Money e dell’abbonamento ai mezzi pubblici. Si sono chiusi nel Centro, hanno fatto uscire gli operatori della cooperativa Eta Beta che gestisce la struttura e per due giorni hanno portato avanti le proprie istanze supportati da compagni e solidali che sono accorsi non appena avuta la notizia dell’occupazione. Quelli richiesti dai migranti sono servizi minimi che la cooperativa dovrebbe garantire secondo le clausole contrattuali dei bandi. L’amministrazione capitolina guidata dal commissario Tronca ha però bloccato i fondi per cifre stimate in centinaia di migliaia di Euro. Una decisione giustificata dalla necessità di intervento dopo Mafia Capitale e per il solito mantra del pagamento del debito, ma che non si pone minimamente il problema delle condizioni di vita e di lavoro di coloro che sono inseriti nel sistema di accoglienza. Anche gli operatori sociali dello stesso Centro stanno conducendo da tempo una battaglia per ottenere il pagamento dei salari che da mesi non percepiscono, ed è infatti dell’assemblea lavoratori dell’assistenza il primo comunicato di solidarietà che arriva ai richiedenti asilo; comunicato che letto con gli occhi di chi in quelle situazioni vive e lotta appare un po’ troppo strumentale e soprattutto poco supportato dai fatti.

Ne abbiamo parlato con Sonia, una tra i tanti solidali accorsi sotto i cancelli del Centro per portare solidarietà a chi si ribellava.

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