Siccità globale: effetti, cause e responsabilità

Scritto dasu 21 Maggio 2016

cambiamenti climatici

Comincia a essere abbondante la letteratura sul web relativa alla spaventosa siccità indotta dal Niño, tra i meglio informati e validi analisti c’è C. Alessandro Mauceri, che abbiamo interpellato per percorrere insieme il periplo del mondo alla scoperta dei disastri in corso a causa dei cambiamenti climatici.

Il World Economic Forum, svoltosi a gennaio scorso, ha indicato la mancanza d’acqua come uno dei tre maggiori rischi e causa di danni alle persone e alle economie nel prossimo decennio (insieme ai cambiamenti climatici e alle migrazione di massa). E in alcune aree del pianeta, come, ad esempio in Siria, questi tre fenomeni si stanno verificando contemporaneamente: infatti l’argomento migrazione è quello più dibattuto al mondo in questo periodo, ma le cause ambientali stanno producendo più flussi migratori di quelle belliche… e sicuramente questi migranti saranno rubricati tra quelli da respingere in quanto la loro etichetta elettorale è di “migranti economici”. Respinti in un paesaggio di distruzione di guerra senza che ci sia una guerra.

Quest’anno El Niño è stato collegato alle peggiori inondazioni degli ultimi 50 anni in Paraguay, Argentina, Uruguay e Brasile che hanno costretto più di 150.000 persone a fuggire dalle loro case.  Persino negli Stati Uniti, 13 persone sono morte nello stato americano del Missouri a causa di fiumi in piena; carestie ed epidemie in tutto il mondo e specialmente in paesi già segnati dalla guerra civile come Siria, Sud Sudan e Yemen. Si stima che la scarsità di cibo raggiungerà il suo picco in Sud Africa proprio quest’anno. In Malawi il presidente Mutharika ha dichiarato lo stato di catastrofe naturale a causa della terribile siccità che si protrae da oltre un anno.In Etiopia quest’anno 10,2 milioni di persone necessiteranno di assistenza umanitaria, per un costo complessivo di 1,4 miliardi di dollari.

Il problema peggiore è la mancanza dell’acqua potabile. L’acqua esiste copiosa, ma in Cina per esempio l’80 per cento non è potabile: inquinata nel sottosuolo; nel mondo circa 500 milioni di persone non hanno accesso all’acqua potabile per tutto l’anno; entro il 2040 saranno 33 i paesi che si troveranno ad affrontare una situazione di elevato stress idrico; di questi quattordici si trovano in Medio Oriente; per produrre 1 kg di carne di manzo sono necessari oltre 15.000 litri d’acqua (quasi tutti utilizzati per irrigare le colture che servono per alimentare il bestiame) e negli ultimi decenni l’alimentazione è mutata, aumentando enormemente il consumo di carne. Ma anche l’acqua degli oceani e le correnti mediterranee subiscono eutrofizzazione e quindi soffocano la vita contenuta: sono state rilevate morie di pesci un po’ dovunque nel mondo, tonnellate di sardine trovate morte nelle acque cilene a marzo, e di aringhe in quelle norvegesi a gennaio, per esempio.

In India le temperature elevate hanno causato centinaia di vittime: in questi giorni il record di 51° celsius. Sono almeno trecento le persone morte in India nelle ultime settimane a causa del caldo; durante manifestazioni migliaia di persone hanno attaccato e sabotato un impianto di rifornimento idrico che fornisce l’acqua a Delhi. Nel paese la grave siccità ha decimato le coltivazioni e lasciato almeno 330 milioni di indiani senza sufficiente acqua. Alla mutazione ambientale si sommano la mancanza di pianificazione del governo, la privatizzazione aziendale, e l’enorme quantità di rifiuti industriali e umani (oltre all’incidenza del livello di corruzione dilagante). Una situazione che secondo molti è destinata a peggiorare non solo a causa delle condizioni climatiche ma anche a causa dell’aumento della popolazione (si prevede un aumento a 1,6 miliardi entro il 2050). La scarsità idrica globale è destinata a diventare, nel prossimo futuro, uno dei temi caldi del conflitto politico nazionale. Non bisogna dimenticare che l’India, sebbene sia uno dei paesi con la maggiore responsabilità per l’aumento delle temperature a livello globale non ha ratificato gli accordi del COP21 sottoscritti a Novembre 2015. Ma nessuno in realtà ha realmente ratificato quegli accordi, nonostante il tanto sbandierato successo dell’incontro, che ha bruciato e continua a bruciare denaro inutilmente in incontri asfittici che accompagneranno la melina degli stati per nulla intenzionati a diminuire le emissioni fino al Cop22 marocchino di novembre prossimo…

Alessandro scrive su molte riviste on line come Notizie geopolitiche, Dazebao, Frontierenews… ascoltate questa interessante chiacchierata con lui:

Mauceri


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