Cara di Foggia: oltre le inchieste e i reportage

Scritto dasu 14 Settembre 2016

La prefettura di Foggia ha aperto un’istruttoria sul Cara di Borgo Mezzanone dopo il reportage apparso sulle pagine di Repubblica e l’Espresso che documentava e denunciava le condizioni disumane del centro, in cui vivono più di 1400 migranti e richiedenti asilo. La cooperativa cattolica “Senis Hospes”, che lo gestisce per conto del consorzio “Sisifo” della Lega Coop, incassa 31 mila 108 euro al giorno, quasi un milione al mese.

L’inchiesta della Prefettura foggiana è scattata su input del ministro dell’Interno, Angelino Alfano, e la vicenda è stata discussa dal Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica durante un vertice convocato in Prefettura. Da parte di Alfano, però, ben poche parole sono state spese sulla situazione di sfruttamento e degrado (già note da tempo) in cui vivono quotidianamente le persone del Cara: le dichiarazioni del ministro si sono limitate ad annunciare principalmente interventi di manutenzione volti a rafforzare i controlli sull’area del centro.

Dell’inchiesta uscita in questi giorni (e dei suoi limiti) , delle reazioni istituzionali e del complesso sistema di arricchimento e sfruttamento che si crea attorno a queste strutture e sulla pelle dei migranti abbiamo discusso con Sasà del Laboratorio Pro-Fuga di Foggia:

Sasà Pro_fuga


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