“Linea di separazione” (per il LX anniversario della strage di Stammheim)

Scritto dasu 19 Ottobre 2017

[poema drammatico a due voci dedicato a Gudrun Ensslin e Andreas Baader della Rote Armee Fraktion, per il XL anniversario della strage di Stammheim]

Architetture nel Vuoto
presenta
LINEA DI SEPARAZIONE

di e con Alessia Pellegrino

(https://alessiapellegrino.wixsite.com/alessiapellegrino/biography)

e Paolo Antonio Simioni

(http://paoloantoniosimioni.com/works.html)

onda sonora creata da Leo Kopacin Gementi

[durata: 27’55”]

RAF

Negli anni settanta lo stato della Repubblica Federale Tedesca eresse un monumento alla propria paura: il carcere di Stammheim. Edificato appositamente per processare i membri della Rote Armee Fraktion.
Il 17 ottobre 1977, nello stesso carcere vennero ritrovati i corpi senza vita degli ultimi fondatori ancora in vita della Raf. Suicidio di gruppo ? Omicidio di stato?
Il gruppo terroristico tedesco era noto col nome di banda Baader-Meinhof, ma il suo vero cuore pulsante e la sua creatrice fu Gudrun Ensslin.

“Chi ha capito quello che sta succedendo in Vietnam comincia a poco a poco ad andare in giro a denti stretti, in compagnia della sua coscienza; comincia a capire che l’impotenza a fermare questa guerra rende complici di coloro che la fanno.” Da allora i ‘Vietnam’ non sono mai terminati, stermini tanti, stermini di stato, terrorismi legittimati.
Mentre in Italia i compagni si organizzavano per le Brigate Rosse, nella Repubblica Federale Tedesca una dottoranda di germanistica, piena di passione e di intelletto, si alzava in piedi dominando l’assemblea studentesca, denunciava con disperazione l’assedio e l’asservimento di uno Stato Militare a favore del potere imperiale. Era Gudrun Ensslin, colei che con Andreas Baader ha cominciato a colpire nel cuore dello Stato e del Consumismo. Alla loro causa si è interessata e appassionata, poi unita, la già famosa giornalista Ulrike Meinhof; in un secondo tempo è arrivato Jan Carl Raspe, l’ultimo dei “quattro contro sei milioni”.

“Io non vorrei che mi si buttasse fuori dalla società, ma ci costringono ad uscirne. Non siamo noi a voler essere estremisti, ma veniamo resi tali.” La Rote Armee Fraktion ha contato pochi membri, Gudrun – Andreas – Ulrike – Jan Carl i fondatori, coloro che hanno combattuto fino alla morte, per cui è tutt’oggi un caso irrisolto. La cosiddetta Banda Baader-Meinhof che ha messo in crisi lo Stato corrotto, che ha lottato per i diritti civili, per i bisogni necessari alla società, per la giustizia nelle carceri, per i compagni palestinesi, e vietnamiti, per la vita dignitosa e coscienziosa, per l’essere umano. Escludendo per etica stragi di civili, la loro è stata una lotta dialettica prima ancora che armata, che aveva chiaro il nucleo della questione e i relativi responsabili, e colpiva esattamente nel centro, senza errori e senza sbavature.

Nello stile di “Architetture nel Vuoto”, Linea di Separazione non segue un arco narrativo, ma è costruito come una catena di frammenti, in un flusso poetico. Vuole parlare alla parte non razionale dell’ascoltatore. Il lavoro sulla RAF è nato nell’ambito dell’anno di ricerca che il gruppo ha dedicato al tema della Rivoluzione, visto il centenario di quella sovietica. Da questo contesto sono uscite altre due opere: “Stalingrad-Berlin” di Simioni, tratto dai diari del generale Cuijkov e “Non così, ma così” di Emanuela Rolla su testi e canzoni di Bertolt Brecht.

Radio Blackout 105.25

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