194 sì, ma vogliamo di più! A 40 anni dalla legge sull’aborto

Scritto dasu 23 Maggio 2018

Martedì ricorreva il 40ennale dell’approvazione della legge 194, che in Italia regola l’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza. Nei giorni scorsi hanno avuto ampia risonanza mediatica le aberranti campagne contro la libera scelta delle donne portati avanti da vari gruppi della galassia anti-abortista, in particolare a Roma. Se in varie parti del mondo l’aborto è ancora del tutto vietato, anche laddove è regolamentato si moltiplicano gli attacchi contro il diritto delle donne a decidere sul proprio corpo.

In Italia la legge 194 è stata il risultato di anni di lotte femministe, ma contiene al tempo stesso limiti e compromessi (tra cui quello dell’obiezione di coscienza, che in Italia raggiunge ormai percentuali altissime). Il dibattito femminista che accompagnò la battaglia per il diritto all’aborto andava ben oltre la semplice richiesta di una regolamentazione dell’IVG o dell’accesso a un diritto individuale, ma metteva in discussione l’ordine patriarcale rivendicando una sessualità libera e slegata dalla procreazione e un rifiuto del binomio di ruolo donna-madre.

A 40 anni di distanza, nei prossimi giorni in molte città italiane ci saranno iniziative e mobilitazioni coordinate dalla rete di Non Una di Meno, per riaffermare l’importanza di difendere la legge 194 ma al tempo stesso di rivendicare molto di più.

Abbiamo fatto alcune considerazioni sul dibattito attuale sul diritto all’aborto con Paola di Connessioni Precarie, a partire dall’articolo “Interruzione volontaria dell’ordine.“:

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