Autonomia rafforzata delle regioni, seccessione “rafforzata” dei ricchi

Scritto dasu 14 Febbraio 2019

Arriva sul tavolo del governo il nodo delle autonomie chieste da alcune regioni per aumentare le competenze in materie che fino ad oggi sono gestite dallo Stato. Le cosiddette “autonomie rafforzate” riguardano in particolar modo le regioni Emilia Romagna, Veneto e Lombardia. Una notizia che sta passando in sordina ma che porterà (se approvata dal parlamento) a numerosi cambiamenti, ancora una volta, a discapito del sud. Dietro a questa proposta, apparentemente di poco conto, sembra nascondersi la famosa crociata di Salvini per il “suo” nord, una formula che va a cambiare sostanzialmente gli assetti economici delle regioni italiane, formando così una sorta di “secessione dei ricchi”. Secessione che riproduce su scala nazionale ciò che già è in atto su scala globale: allo sfruttamento del nord sul sud, si aggiunge un disinteresse ormai senza complessi per le sorti dei territori più poveri. Il generale taglio dei servizi e del welfare viene rimodulato territorialmente in una sorta di austerity differenziata che cambia la natura stessa dello stato sociale: i suoi obiettivi non sono più quelli di livellare le differenze ma di accentuarle.

Ne abbiamo parlato con Luigi Pandolfi, giornalista e politologo:

E con Gianfranco Viesti, professore di economia all’Università di Bari, autore di “La secessione dei ricchi?” (Laterza, 2019):


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