Cominciò a Nairobi 20 anni fa, ora il Sahel potrebbe diventare il nuovo Califfato

Scritto dasu 26 Novembre 2019

Il jihad colonizza l’Africa. Soprattutto in Sahel, ma anche in alcune aree congolesi, in Nigeria, e nel Corno d’Africa si sta estendedno una ulteriore forma di colonialismo, che si va ad aggiungere a quella classica dell’Occidente e all’ingerenza militare (e adesso non solo) russa o alle infrastrutture che fungono da teste di ponte economiche per i cinesi. Il jihdismo punta a rendere pericolosi i territori, a inserirsi nelle diatribe etniche, che poi il più delle volte nascondono semplici rivalità tra allevatori, nomadi e contadini stanziali… Un panorama fosco sullo sfondo di risorse preziose, vecchie come l’oro e i diamanti, nuove come il cobalto e le terre rare, dispute su sfruttamenti di giacimenti di oro nero o bianco come l’acqua. La situazione si incancrenisce ogni giorno e gli episodi di attacchi, massacri, controllo di territorio, guerra esplicita a contingenti militari collocati a protezione delle ruberie di risorse da parte degli occidentali si moltiplicano, mentre la rete di alleanze e accordi tra network del jihad  si infittiscono, in particolare nelle aree rurali.

Perciò abbiamo chiesto a Marco Cochi di aiutarci a dirimere la matassa che diventa sempre più complessa quando si inseriscono i vari elementi che compongono il quadro. Marco ci ha permesso di fondarci su dati e eventi per capire un po’ meglio quali motivazioni conducono alla formazione di questa miscela esplosiva (che le presenze militari o paramilitari contribuiscono a incancrenire), essendo il primo tra gli osservatori italiani ad aver colto la pericolosità di questa situazione, monitorandola costantemente nelle sue evoluzioni, alleanze, varietà locali, analizzando anche le cause (sostanzialmente la povertà e sullo sfondo narcotrafficanti e trafficanti di migranti) di questa sorta di coscrizione di giovani tra le fila dei protostati islamici. Da ultimo molto interessante ed emblematico il caso di Amadou Koufa che Cochi ci racconta a coronamento di questo esaustivo intervento sulla diffusione dell’insurgenza in ambito subsahariano:

Il salto di qualità del jihadismo nel Sahel: il califfato africano

 

 

 


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